«Nel carcere di borgo San Nicola di Lecce ci sono al momento 1.078 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di circa 750. Oltre trecento persone in più, mentre il personale di polizia penitenziaria è sotto organico e vive una condizione di profondo disagio e stress che invoca un intervento risolutivo della politica, finora sorda al grido di allarme delle guardie penitenziarie». È la «fotografia drammatica» emersa dal sopralluogo compiuto oggi dal consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia domani, nella casa circondariale del capoluogo salentino.
Con Pagliaro c’erano gli ex onorevoli radicali Sergio D’Elia e Rita Bernardini dell’associazione Nessuno tocchi Caino; Maria Mancarella, garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Lecce; Massimo Pagliaro, Alexia Pinto, Veronica Merico e Silvia Ardito in rappresentanza della Camera penale di Lecce; Giuseppe Talò, Roberto Cavallo, Paola Antini, Luisella Aversa e Augusto Fonseca attivisti radicali di Nessuno tocchi Caino.
«Ci siamo scontrati con una realtà carceraria molto dura, dove il sovraffollamento toglie lo spazio vitale e si registra un aumento allarmante dei casi di dipendenze, di depressione e di tentativi di gesti estremi», afferma Pagliaro che sottolinea come l’emergenza più grave sia «di tipo sanitario: un intero piano dell’infermeria ospita circa trenta detenuti con patologie psichiatriche e nell’intero istituto circa 250 detenuti sottoposti a trattamento farmacologico o di consulenza specialistica per un solo psichiatra a disposizione. Una sproporzione che non garantisce la qualità e la continuità del rapporto con il detenuto», spiega. «Nonostante la riduzione del personale ed una pianta organica inadeguata, con professionalità e umanità straordinarie – prosegue il consigliere regionale – si cerca di garantire la normale attività di assistenza e vigilanza ed anche l’attivazione dei laboratori che tengano impegnati i detenuti garantendo loro anche una busta paga: il forno, la pasticceria, l’officina creativa Made in carcere, Linkem, la cooperativa di semiliberi per la cura dell’orto e la produzione di ortaggi con l’ambizione di prevedere in futuro, grazie ad un progetto presentato, la trasformazione ed il confezionamento. Sono stati attivati anche tirocini formativi, corsi di alfabetizzazione media e superiore di tipo tecnico, è stato previsto anche un polo universitario. Con la carenza di personale di sorveglianza, risulta assai difficile contrastare i tentativi sempre più frequenti di recapitare droga ed altro materiale illecito o pericoloso attraverso i droni, direttamente nelle celle. La comunità penitenziaria è fatta di detenuti e detenuti, e quando va in crisi un settore, rischia il collasso l’intero sistema. Ecco perché porrò il problema della carenza di personale sanitario specialistico, che è di competenza regionale, in un’audizione in commissione Sanità», conclude il capogruppo de La Puglia domani.