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Cronaca

Le donne raccontano al gip «Così Miniello mi spaventò»

È cominciato ieri l’ascolto, sotto formula giuridica dell’incidente probatorio, di due delle pazienti del ginecologo barese Giovanni Miniello, che hanno presentato denuncia contro di lui. L’ascolto proseguirà il 22 e terminerà il 25 febbraio. Il professionista è agli arresti domiciliari dal 30 novembre scorso con l’accusa di violenza sessuale per aver proposto alle donne sesso come terapia contro il papilloma virus.

Dopo l’arresto, alle iniziale quattro denunce se ne sono aggiunte altre dodici, ma il gip anche sulla base di una memoria depositata dal difensore di Miniello, l’avvocato Roberto Eustachio Sisto, ha ritenuto che dieci delle 16 fossero tardive. Le querele sono datate rispetto ai fatti, in un caso risalenti a più di un decennio prima.
Il procuratore Roberto Rossi, l‘aggiunto Giuseppe Maralfa e le pm Larissa Catella e Grazia Errede hanno formalizzato 29 capi d’accusa, relativi a episodi di violenza sessuale, di tentata violenza e di lesioni aggravate per aver causato alle pazienti un “disturbo da stress post traumatico”. I fatti denunciati e ora formalmente contestati in imputazioni a carico del ginecologo vanno dal 2010 al giugno 2021.
Nelle scorse settimane, i giudici del tribunale del Riesame di Bari hanno rigettato l’appello della Procura che chiedeva la detenzione in carcere per Giovanni Miniello, confermando la detenzione del medico agli arresti domiciliari. Ma hanno respinto analoga richiesta del suo difensore, che invece chiedeva che fosse rimesso in libertà. Il ginecologo è anche descritto dai giudici con «assoluta carenza di freni inibitori unitamente alla immoralità e depravazione sessuale».
Contro la decisione del riesame, la Procura ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che con le sue pazienti Miniello avrebbe usato una «minaccia costrittiva», ovvero avrebbe «tentato di condizionare la volontà della paziente, così minacciandola, con l’induzione nella donna del timore che al rifiuto di quella “terapia” conseguisse la progressione oncologica dell’infezione virale».

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