Dopo una serie di minacce, pervenute nelle scorse settimane, in quanto titolare dell’inchiesta sull’esistenza di organizzazioni mafiose nel Metapontino, il pubblico magistrato della direzione distrettuale Antimafia di Potenza, Anna Gloria Piccininni, avrà una scorta, assegnata dal ministero dell’Interno.
«Esprimo la mia vicinanza. La Regione ringrazia la Pm, le forze dell’ordine e tutti coloro che ogni giorno si battono per la legalità in terra lucana» ha commentato la notizia in una nota il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.
Manifestazione di solidarietà anche dal segretario regionale del Pd, Raffaele La Regina, il quale in un tweet ha espresso vicinanza per le minacce di stampo mafioso ricevute. «La scorta assegnatele rende l’idea del pericolo che viviamo nel contrasto alla criminalità organizzata. Il Pd Basilicata è al suo fianco, sulla legalità mai un passo indietro», ha tweettato il giovane segretario.
Sul tema è intervenuto anche il senatore dell’M5S, Arnaldo Lomuti. «La Pm è titolare dell’inchiesta sull’esistenza di organizzazioni mafiose nel Metapontino. Questo deve senz’altro indurci ad alzare ulteriormente il livello di allerta, dal momento che, nostro malgrado, il problema delle mafie è più pericoloso che mai». Il pentastellato ha evidenziato come «sul territorio lucano, da sempre lottiamo affinché si aumenti il livello di attenzione circa la presenza di cartelli criminali. Purtroppo la battaglia vinta per l’ottenimento della Dia, si sta dimostrando ogni giorno di più una reale necessità».
«La scorta è l’ennesima testimonianza del quadro emergenziale nella nostra regione di cui le istituzioni devono prendere atto, non limitandosi a dichiarazioni di sostegno e solidarietà», ha ribadito il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa. Il sindacalista ha poi aggiunto: «La legalità e la sicurezza devono assumere centralità nelle azioni politiche, garantendo strumenti necessari a consentire alle forze dell’ordine di poter svolgere con adeguatezza l’attività di contrasto al crimine e ai crescenti fenomeni malavitosi».
Guido Tortorelli