Il controllo, accurato e meticoloso, dei carabinieri del Nas sui progetti pugliesi finanziati con i fondi europei del Pnrr. Tocca agli investigatori del Nucleo specializzato in tutela della salute e della spesa pubblica nella sanità esaminare la già elevata mole di documenti, relativi ad altrettanti progetti regionali che partecipano ai bandi, allo scopo di certificarne la regolarità.
Due sono i filoni che i carabinieri stanno monitorando: i progetti ancora in attesa di finanziamento e quelli che invece sono stati finanziati, come alcuni punti di pronto soccorso del Barese, ad esempio. Un’attività lunga, che parte dall’acquisizione dei documenti e si concluderà con la verifica della realizzazione dei progetti finanziati. L’attività, iniziata già da qualche mese, è particolarmente lunga perché nei casi di progetti già finanziati, bisogna attendere l’esecuzione delle opere.
Il 31 maggio la Regione Puglia, che ha la regia degli interventi da finanziare, ha sottoscritto con il ministero della Salute il Contratto di sviluppo istituzionale, uno strumento di governance che elenca tutti i soggetti idonei, individuati per l’attuazione degli interventi per il miglioramento dell’assistenza sanitaria territoriale. Nei mesi scorsi, infatti, sono stati iscritti in bilancio (vincolato da un’apposita delibera di Giunta) 650 milioni 807 mila euro, per un programma di investimento a regia regionale, i cui soggetti attuatori sono le aziende sanitarie locali.
Lo scopo è quello di potenziare il Servizio sanitario nazionale, migliorandone l’efficacia nel rispondere al “bisogno di cura” dei cittadini, anche e soprattutto alla luce di quello che l’emergenza pandemica ha evidenziato.
«La Regione Puglia si assumerà la regia di un ricco piano di investimenti – aveva chiarito l’assessore regionale alla Salute, Rocco Palese – sui quali puntiamo ad esempio per rafforzare la capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza, per promuovere la medicina territoriale, la telemedicina e una maggiore integrazione tra i servizi sociosanitari».
Una buona fetta degli investimenti, infatti, è destinata all’attivazione e al potenziamento delle “strutture” di comunità (121 le case e 38 gli ospedali), circa 261 milioni di euro, suddivisi per Asl: 72.083.800 per quella barese, utilizzati per finanziare 36 Case di comunità e 9 ospedali di comunità, 12 Centrali operative territoriali; 25.644.447 per la Asl Bat che realizzerà 9 Case di comunità, 6 ospedali di comunità, 5 Centrali; 28.702.915 euro vanno alla Asl Brindisi per 9 Case di comunità, 6 ospedali di comunità, 4 Centrali; 29.937.418 ad Asl Foggia per 26 Case di comunità, 7 ospedali di comunità, 6 Centrali; di euro 48.595.685 per Asl Lecce per 24 Case di comunità, 6 ospedali, 7 Centrali; 55.969.258 di euro per la Asl Taranto per 17 Case di comunità, 4 ospedali di comunità e 6 Centrali operative territoriali.
Un’altra importante fetta della torta messa a disposizione dal Pnrr riguarda l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, il potenziamento dei flussi informativi sanitari perfezionando la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati. Inoltre, ci saranno progetti rivolti a implementare le competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario. Di certo una torta che potrebbe fare gola a molti e sulla quale va tenuta alta l’attenzione.