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La madre di Marcello Vinci, 29enne di Fasano morto in Cina in circostanze poco chiare: «Non credo al suicidio»

Non crede all'ipotesi del suicidio la mamma del 29enne Marcello Vinci, professore originario di Fasano, morto in circostanze da chiarire tra il 5 e il 6 marzo scorsi a Chengdu, città cinese in cui insegnava dopo la laurea conseguita a Roma in interpretariato e traduzione. Angela Berni, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, si sente…

Non crede all’ipotesi del suicidio la mamma del 29enne Marcello Vinci, professore originario di Fasano, morto in circostanze da chiarire tra il 5 e il 6 marzo scorsi a Chengdu, città cinese in cui insegnava dopo la laurea conseguita a Roma in interpretariato e traduzione.

Angela Berni, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, si sente «abbandonata dalle istituzione» e denuncia che sul corpo del figlio «non è stata ancora fatta l’autopsia». La donna parla di un rapporto ricevuto dalla polizia cinese secondo il quale il 29enne non sarebbe caduto dal 35esimo piano del palazzo in cui abitava ma da quello di una persona conosciuta tre giorni prima sui social. Infine afferma che la Cina per restituirle la salma avrebbe chiesto 30mila euro.

«Provo un dolore immenso, indescrivibile e lancinante. Il dramma vissuto dal mio Marcello – dice oggi Berni – mi fa sentire vicina a Paola e Claudio Regeni che hanno vissuto e stanno vivendo la tragedia per il loro Giulio. Mi sento abbandonata dallo Stato italiano e mi sento sola nel chiedere spiegazioni e verità a un Paese straniero». Berni spiega che «da un rapporto della polizia cinese arrivato al mio avvocato italiano, e tradotto in un modo che a noi crea ancora più confusione, abbiamo appreso che Marcello alcuni giorni prima di domenica 5 marzo aveva conosciuto sui social un cinese di 45 anni il quale proprio quella sera lo ha invitato a casa sua. Qui pare che mio figlio a un certo punto non si sia sentito bene e che quel signore gli abbia suggerito di far passare il malessere stendendosi sul letto. Stavano uno in una stanza e l’altro in una stanza diversa. Nel rapporto è scritto che, di colpo, il cinese ha sentito un tonfo e il corpo era giù sul marciapiede».

Il rapporto aggiunge inoltre che «il signore ha pulito tutta l’abitazione, quindi anche le impronte, ha preso tutte le sue cose e le ha nascoste».

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