Iniziano ad arrivare le prime storie dalla Geo Barents. La nave ong di Medici Senza Frontiere diretta al porto di Bari che nelle scorse ore ha salvato 55 migranti al largo delle acque libiche.
A raccontare l’odissea di Ousman, 17enne originario del Gambia è la giornalista e fotoreporter spagnola Ximena Borrazás che in questo momento sta viaggiando a bordo della Geo Barents per documentare il lavoro dell’organizzazione umanitaria in mare.
Ousman è partito dal suo paese di origine per la grave situazione di insicurezza e la mancanza di opportunità. È arrivato in Libia – racconta Borrazàs – attraversando il deserto, dove ha visto e vissuto i primi orrori: decine di cadaveri mummificati tra le dune di sabbia. Migranti che come lui stavano cercando di raggiungere l’Europa. Dopo essere sopravvissuto a caldo estremo, fame e sete è arrivato il Libia, un altro inferno in terra vero e proprio. «In Libia i neri non hanno diritti – ha raccontato Ousman alla giornalista spagnola che ha riportato la testimonianza sulle sue pagine social – la polizia ci picchiava e ci derubava, spesso dovevamo dormire sugli alberi perché venivamo buttati fuori da ogni posto per il colore della nostra pelle». Il ragazzo, a soli 17 anni, ha cercato di lasciare la Libia e attraversare il Mediterraneo per ben due volte.
La prima Ousman e un suo amico sono stati intercettati dalla guardia costiera e sono stati costretti a passare i successivi 9 mesi in prigione. Qui non gli hanno dato quasi nulla da mangiare, e nel momento in cui gli hanno fornito dell’acqua, questa gli ha bruciato la pelle lasciandolo pieno di vesciche a causa di una violenta reazione allergica. Quando è finalmente uscito di prigione il ragazzo sapeva di non avere molte alternative: annegare, essere catturato nuovamente dalle forze di polizia libiche oppure essere salvato in mare, e così ha chiesto alla sua famiglia una cifra pari a circa 1000 dollari per pagare la traversata nel Mediterraneo. Solo poche sere fa, finalmente, il ragazzo è stato salvato da Medici Senza Forntiere e può adesso raggiungere l’Europa dove spera di ottenere la vita dignitosa che ha tanto cercato. Bari sarà solo la prima tappa di un viaggio per la sopravvivenza.