La fuga e l’aiuto di un amico: la 12enne di Carovigno scomparsa e ritrovata non voleva tornare in Romania

L’ostinazione nel non voler tornare in Romania, Gabriela Emanuela non voleva più sentirne parlare.

E quella foto tessera, che la mamma le aveva fatto fare nel negozio specializzato di viale Unità d’Italia, subito dopo essere arrivate a Bari con il treno da Carovigno, aveva rappresentato per lei l’ennesimo tassello di un programma che non voleva vivere.

Per questo, sembrerebbe, la ragazzina di 12 anni, che ha tenuto con il fiato sospeso tutti i pugliesi e senza respiro per 50 ore i suoi genitori e il compagno della mamma, è scappata. Trovando rifugio a casa di un coetaneo conosciuto on line, che l’aveva nascosta a casa sua, a Casamassima, senza dire nulla nemmeno ai suoi genitori.

Ma il loro piano non ha retto al tam tam diffusosi nei giorni successivi alla sua scomparsa, e sarebbero stati proprio i genitori dell’amichetto a chiamare i carabinieri e ad avvertire loro e la famiglia che Gabriela era lì, sana e salva.

Gabriela e sua mamma sono entrambe romene e la donna si era trasferita a Carovigno, dove con il nuovo compagno gestisce un esercizio commerciale. Alla scomparsa di sua figlia, dopo i primi momenti di smarrimento, aveva contattato i carabinieri e chiesto aiuto anche all’associazione Penelope, che da anni supporta le famiglie vittime di momenti così drammatici.

Era stato quindi attivato il piano interforze coordinato dalla Prefettura di Bari e allertate tutte le forze dell’ordine, con la diffusione di foto, identikit e abbigliamento indossato dalla 12enne quella mattina della scomparsa. La Procura di Bari aveva aperto un fascicolo d’inchiesta.

Su Facebook i suoi compagni di classe e gli insegnanti le avevano scritto, pregando di tornare a casa perché la stavano aspettando e sulle chat l’appello alla collaborazione era diventato virale.

Ieri mattina, a 12 ore dal ritrovamento di Gabriela, i suoi genitori si sono trincerati in un comprensibile silenzio, in un momento tutto intimo per parlarsi, capirsi e sciogliere i nodi che a volte si intrecciano all’interno delle famiglie.

«Sono stato sempre in contatto con la famiglia, molto conosciuta e anche miei amici – ha commentato il sindaco di Carovigno, Massimo Lanzilotti – È una famiglia perbene. Questo dimostra come la generazione di adesso sia anche un po’ difficile, questi casi si possono verificare anche in contesti tranquilli».

Nelle prossime ore i carabinieri ascolteranno nuovamente Gabriela, i suoi genitori e anche il minorenne che le ha dato accoglienza, prima di chiudere il caso.

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