La festa in cambio di favori, chiesta la condanna per Grandaliano: «Al dg Ager 4 anni e 8 mesi»

Quattro anni e otto mesi. È la richiesta, con la formula del rito abbreviato, fatta dalla Procura di Bari per il direttore generale dell’Ager Puglia, l’Agenzia per i rifiuti, Gianfranco Grandaliano, accusato di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio. La vicenda è quella che lo vede coinvolto, in concorso con l’imprenditore Rocco Lombardi, titolare dell’omonima azienda attiva nel campo dei rifiuti, e un dipendente della stessa società, Pietro Piemontese.

Secondo l’accusa, sostenuta dalla pm Chiara Giordano, Grandaliano (assistito dall’avvocato Guglielmo Starace), avrebbe riferito ai vertici della Er.Cav. srl (Lombardi) che di lì a qualche giorno avrebbe emesso un bando per finanziamenti di cui l’impresa privata avrebbe potuto beneficiare, “in evidente violazione dei principi di imparzialità e buon andamento dell’amministrazione”.

In cambio, sostiene la Procura, Lombardi avrebbe pagato interamente la festa dei 50 anni di Grandaliano, il 6 agosto 2017, al “Wonder Beach”, stabilimento balneare e locale serale sulla litoranea a sud di Bari. Secondo quanto accertato dalle indagini della Guardia di finanza, il costo della serata, 2.900 euro in due diverse fatture, sarebbe stato pagato interamente dall’imprenditore.

Il “favore” fatto dal direttore dell’Ager sarebbe stato invece quello di comunicargli, in anticipo, che dopo pochi giorni sarebbe stato stanziato un milione di euro per finanziare interventi straordinari di pulizia e rimozione dei rifiuti accumulati ai margini delle strade extraurbane a vocazione turistica.

La somma sarebbe stata erogata però seguendo l’ordine cronologico delle richieste. La tempestiva informazione, quindi, avrebbe agevolato Lombardi nello scavalcare altri, arrivando prima nella presentazione dell’istanza. Avrebbe così ottenuto circa 22 mila euro, per interventi nel Comune di Cellamare.

Per Grandaliano, a conclusione dell’inchiesta, nel 2021, la pm aveva persino chiesto gli arresti domiciliari, non concessi dal gip Marco Galesi, che non aveva ritenuto sussistenti le esigenze cautelari ma aveva evidenziato il comportamento del dg Ager. Dopo la chiusura dell’inchiesta, Grandaliano, Lombardi e Piemontese erano comparsi dinanzi al gup per l’udienza preliminare, e in quella occasione Grandaliano aveva chiesto e ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato, mentre gli altri due imputati sono stati rinviati a giudizio e sono a processo con il rito ordinario.

Sulla richiesta di condanna fatta ieri dalla pm, il gup deciderà dopo le eventuali repliche, nella prossima udienza del 15 novembre.

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