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Israele attacca Gaza poi bombarda porti e reti elettriche nello Yemen: almeno 25 morti

Sono almeno 16 i palestinesi uccisi negli ultimi attacchi delle forze israeliane contro Gaza a nord della città e 9 le vittime dopo alcuni bombardamenti nello Yemen contro alcuni siti Houthi sostenuti dall’Iran. Secondo Al-Jazeera ci sarebbero bambini e un medico dell’ospedale arabo al-Ahli tra i morti. Per i media locali l’esercito israeliano ha attaccato due centrali elettriche nella capitale Sanaa, due porti e un impianto petrolifero a Hodeidah, capitale e quarta città dello Yemen.

Gli Houthi rivendicato il lancio notturno di due missili contro Israele, poche ore dopo che Tel Aviv aveva dichiarato di aver intercettato un attacco. Secondo Times of Israel l’attacco intercettato è avvenuto contemporaneamente ai raid di Israele contro i ribelli sostenuti dall’Iran nello Yemen.

Il portavoce degli Houthi, Yahya Saree, ha affermato che i ribelli avevano preso di mira “due obiettivi militari specifici e sensibili nell’area occupata di Giaffa”, riferendosi alla regione di Giaffa vicino a Tel Aviv, con “missili balistici ipersonici”.

D-8 in Egitto, il ministro iraniano Araghchi: «Israele deve ritirarsi dalla Siria, dal Libano e da Gaza»

«Le forze israeliane devono immediatamente ritirarsi dai territori occupati di Gaza, dal Libano e dalla Siria». Così il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, durante il suo intervento al vertice del D-8 – di cui fanno parte Egitto, Turchia, Iran, Malesia, Indonesia Nigeria, Bangladesh e Pakistan.

Ieri al vertice ministeriale dell’Organizzazione per la cooperazione economica D-8 in Egitto, è stato rinnovato l’appello di Teheran per arrivare ad un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza oltre a diffondere un forte messaggio contro le azioni dello Stato ebraico

«La comunità internazionale – conclude Araghchi – ha vergognosamente fallito nel fermare gli atti di aggressione, i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità e il genocidio del regime sionista. Ciò è ampiamente attribuito al sostegno politico, militare, di intelligence e finanziario dell’amministrazione statunitense a Israele»

In aggiornamento.

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