Avrebbe cercato di introdurre nel carcere di Foggia otto telefoni cellulari e quasi 200 grammi di hashish: per questo un’infermiera in servizio presso la Asl del capoluogo dauno è stata arrestata ieri dagli agenti della Polizia penitenziaria.
A comunicarlo è il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria.
«Forse l’infermiera contava sul fatto che nella giornata festiva i controlli fossero meno stringenti a causa della cronica carenza di personale che nelle giornate festive diventa ancora più grave», si legge in una nota: «Invece no. Il comandante, con l’aiuto di alcune unità, con grande professionalità è riuscito a sventare l’ennesima minaccia che colpisce un carcere abbandonato da tempo dall’amministrazione penitenziaria e costringe i lavoratori a carichi di lavoro massacranti in violazione di leggi ed accordi sindacali».
La scoperta di ieri segue di qualche giorno i numerosi telefoni ritrovati a Taranto, Foggia, Bari, Trani e Lecce: «Se dovessimo contare i telefonini sequestrati negli ultimi mesi solo in Puglia, arriveremmo a qualche centinaio e figuriamoci a livello nazionale», scrivono dal sindacato specificando che il Sappe da tempo «denuncia il fatto che i detenuti governano i loro affari delle carceri utilizzando i telefonini».
Il Sappe ricorda che più volte ha chiesto «ai responsabili delle carceri italiane di intervenire per contrastare questi atti criminali mettendo a disposizione dei poliziotti le apparecchiature elettroniche (Jammer) capaci di bloccare l’uso dei cellulari inviando onde radio di disturbo sulla stessa frequenza che usano i telefonini, ma a tutt’oggi nulla è cambiato. Vorremmo capire il perché lo Stato non si vuole riappropriare della gestione delle carceri lasciandole in mano ai delinquenti», concludono dal sindacato.
La Asl di Foggia: «Sarà licenziata»
In merito a quanto accaduto interviene anche la Asl di Foggia che fa sapere, attraverso il direttore generale, di aver «dato immediate indicazioni ai servizi preposti di sospendere l’infermiera dal servizio e di avviare l’iter per il licenziamento».
L’azienda sanitaria dauna «assicura la massima collaborazione» alla magistratura e alle forze dell’ordine esprimendo massima fiducia nel loro operato e ringraziando «la direzione dell’istituto penitenziario, la polizia penitenziaria e la procura per l’intenso lavoro investigativo protrattosi anche nel periodo di festività».
«Il rammarico – dichiara Antonio Nigri – è che questi comportamenti illeciti da cui prendiamo le distanze rischiano di gettare fango su tanti nostri infermieri professionisti, uomini e donne, che prestano servizio con abnegazione e dedizione, lavorando accanto alle persone malate. A loro va il nostro sentito ringraziamento».