Sono apparsi ieri mattina davanti al giudice per le indagini preliminari Gianna Martino, l’ex direttrice della casa circondariale di Taranto Stefania Baldassari, la dirigente Barbara Panunzio e gli imprenditori Alberto Frangelli e Vincenzo Festinante, accusati a vario titolo di falso ideologico, truffa, abuso d’ufficio, corruzione e turbata libertà degli incanti, negli ambiti di una indagine condotta dalle fiamme gialle del comando provinciale di Taranto, in merito a bandi di gara per progetti educativi e lavori di ristrutturazione nel penitenziario.
Gli interrogatori
L’interrogatorio è durato circa 3 ore, durante le quali solo uno di loro, l’imprenditore Alberto Frangelli difeso dall’avvocato Gianluca Mongelli, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Hanno invece chiarito la propria posizione, negando ogni addebito, l’ingegnere Barbara Panunzio, difesa dall’avvocato Antonio Mancaniello e Vincenzo Festinante, difeso dall’avvocato Egidio Albanese.
Interrogatorio interrotto invece per Stefania Baldassari, difesa dall’avvocato Emidio Attavilla, in quanto la donna è stata colta da malore per il quale si è reso necessario l’intervento del 118. Riprenderà non appena si sarà rimessa.
L’indagine
L’indagine partita nel 2020, si è focalizzata su presunti casi di truffa e corruzione all’interno del carcere. All’epoca dei fatti Baldassari era ancora alla direzione e al contempo occupava i banchi dell’opposizione in consiglio comunale a Taranto dal 2017. Secondo l’accusa la donna risultava al lavoro anche quando non c’era, con inserimento delle presenze in modo manuale e non tramite badge. A Baldassari infatti la procura contesta l’abuso d’ufficio, il falso ideologico e truffa. Rispondono invece a vario titolo di corruzione e turbata libertà degli incanti, la dirigente del penitenziario Barbara Panunzio e gli imprenditori Alberto Frangelli e Vincenzo Festinante, tutti e tre ai domiciliari. A loro la procura contesta sia l’annullamento di una gara comunale per i laboratori di pasticceria in carcere con relativo sito e-commerce, poi rifatta per permettere a un’altra ditta di aggiudicarsela, sia un episodio di corruzione secondo il quale Barbara Panunzio avrebbe ricevuto del denaro in cambio di un parere favorevole per una ditta che avrebbe dovuto eseguire dei lavori di impermeabilizzazione.
In merito ai fatti contestati dai pm Antonio Natale e Vittoria Petronella, Panunzio ha negato ogni accusa, spiegando che le frequenti telefonate tra lei e l’imprenditore Frangelli avvenivano in quanto i due sono amici di vecchia data, inoltre la donna ha chiarito di non aver mai conosciuto né incontrato l’imprenditore Vincenzo Festinante (titolare della ditta). In merito ai lavori di impermeabilizzazione, Panunzio ha dichiarato di non aver mai preso soldi e di aver rispettato sempre le regole, circostanza che il suo legale Antonio Mancaniello ha precisato «emergerà nel corso del processo». Festinante, accusato di corruzione, ha negato anche lui ogni addebito, riferendo davanti al giudice di non aver mai incontrato né conosciuto Barbara Panunzio.