Inchiesta rischio idrogeologico: chiesta l’archiviazione per Sannicandro, Stea e Campanelli

Incongruenze nelle dichiarazioni dei denuncianti. È questo, fondamentalmente il motivo per cui i pm Savina Toscani e Claudio Pinto hanno chiesto l’archiviazione per il direttore dell’Asset Puglia, soggetto attuatore per il Commissario straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Puglia, Elio Sannicandro, l’assessore pugliese al Personale (prima all’Ambiente) Giovanni Stea e per l’avvocato Salvatore Campanelli. I tre erano indagati, assieme a un funzionario (per il quale è stato chiesto invece il rinvio a giudizio) per concorso in tentata induzione indebita a dare o promettere utilità.

Ad accusarli, i fratelli imprenditori Conforti, che però i pm hanno giudicato non abbastanza attendibili. La vicenda è quella consumata nel 2019, quando Stea era assessore pugliese all’Ambiente: avrebbe tentato di convincere i Conforti, referenti della Arevà Ingegneria srl, una ditta di Noci che si occupava della direzione lavori e della sicurezza negli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico nei comuni di Grumo Appula e Corato, a risolvere controversie corso con la Regione in sede stragiudiziale e a ritirare una denuncia, garantendo successivi incarichi. Stessa accusa per Sannicandro e a Campanelli, ai quali era contestato anche un altro episodio. Nel corso di un incontro con la stessa azienda di Noci, i due avrebbero chiesto denaro per risolvere la controversia, presentando ai professionisti la richiesta della somma come sostegno alla campagna elettorale per le amministrative baresi del 26 maggio 2019, nella quale il legale era candidato (e poi eletto) in una lista a sostegno del sindaco Antonio Decaro, della quale faceva parte anche la sorella di Sannicandro. Per falso materiale e per soppressione, distruzione e occultamento di atti è infine indagato il funzionario regionale Daniele Sgaramella: avrebbe fatto sparire una relazione a strutture ultimata redatta dal direttore dei lavori Gianmario Conforti e relativa al Comune di Corato, sostituendola con un’altra contraffatta nei timbri e nelle firme ed alterata nel contenuto. Avrebbe sostituito la parte relativa alla realizzazione di un serbatoio prefabbricato in cemento armato e le certificazioni allegate alla relazione. Campanelli era accusato anche di violenza privata nei confronti di un ingegnere dell’Arevà: incontrandolo nel corridoio della Regione, riferendosi alla denuncia nei confronti di Sgaramella, gli avrebbe detto che se l’avesse ritirata, la ditta non sarebbe più stata ostacolata da parte del Commissario Straordinario.

Ma le accuse dei Conforti si sono scontrate con incongruenze temporali: incontri in orari in cui, è stato dimostrato, gli indagati erano da un’altra parte. Tutti e tre gli indagati, osservano i pm, rilevano inoltre un’incongruenza nelle dichiarazioni dei denuncianti nell’iniziativa dell’organizzazione dell’incontro, evidenziando che non è stato voluto e sollecitato dal Dissesto ideologico ma dagli ingegneri dell’Arevà. Il contenuto delle intercettazioni? «Non può essere escluso un fraintendimento delle parole e dei toni utilizzati da parte dei denuncianti, causato dal rapporto conflittuale».

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