«Trenta lunghissimi secondi in cui ho sentito la terra tremare sotto i piedi, dentro una struttura di cinque piani che vibrava». Così, Mosé Antonio Troiano, sindaco di San Paolo Albanese, in provincia di Potenza, che venerdì scorso si trovava in Marocco, a Marrakech, quando è scoppiato il terremoto che ha sconvolto il Paese.
Il sindaco Troiano stava partecipando come rappresentante del Parco Nazionale del Pollino alla 10ma “Conferenza internazionale sui Geoparchi Globali dell’Unesco 2023”. (dal 7 al 9 settembre). Conferenza durante la quale il Parco del Pollino ha ottenuto il cartellino verde per il rinnovo del riconoscimento a Unesco Global Geopark per quattro anni. Con lui altri due tecnici del Parco: l’ingegnere Egidio Calabrese e il geologo Luigi Bloise.
«Sto bene. Un poco preoccupato. Avevo avuto qualche piccola esperienza, ma non a questo livello», dice Troiano, avanti ieri sera, verso la mezzanotte, appena rientrato a casa sua, a San Paolo Albanese, in auto da Napoli, dove era arrivato in aero dal Marocco con un volo che aveva fatto scalo a Tolosa. «È stato – racconta il primo cittadino – un grande terremoto: duemila morti, quindici solo nell’area dove mi trovavo io, oltre duemila i feriti, di cui una buona metà in gravi condizioni».
«Erano le 23.13 – prosegue Troiano – e mi trovavo nella Halle del “Novo Hotel” a scambiare due chiacchiere con altre persone. L’albergo si trova a un quarto d’ora, a piedi, dalla vecchia piazza del mercato di Marrakech e dalle Medine. Eravamo a 70 km dall’epicentro del terremoto. Quando, all’improvviso, abbiamo sentito un boato e una forte scossa, subito siamo scappati verso una zona aperta, verso il centro, vicino alle piscine, per evitare di rimanere feriti da un eventuale crollo dell’edificio. Mentre scappavamo vedevamo un palazzo venire giù…Con noi in albergo c’erano una decina di altri italiani. La gente si è riversata tutta per strada. Case e palazzi crollati, morti, feriti, molte persone hanno passato la notte per strada. In molte zone il sisma ha devastato interi villaggi».
Il primo cittadino di San Paolo Albanese racconta di aver trascorso, insieme agli due conterranei, la notte in albergo. «Siamo andati a dormire – dice – tre-quattro ore dopo la forte scossa di terremoto perché l’albergo non aveva subito grandi danni, salvo qualche giunta, delle crepe. Abbiamo fatto un sopralluogo. C’era il timore che potesse ritornare la scossa. Ma con me c’era il geologo Luigi Bloise che ci ha tranquillizzati dicendo che difficilmente si sarebbe potuta verificare un’altra scossa di magnitudo 6.8, come quella delle 23.13. Così, ci siamo fatti coraggio e siamo andati a riposare». Nella zona dove si trovava Troiano non ci sono stati, come in altre aree, problemi con l’interruzione di acqua e luce. «Anche il wi-fi funzionava e il giorno dopo, sabato, abbiamo proseguito i lavori della Conferenza in una tenda. Delle 34 riconvalide dei Geoparchi il nostro Parco Nazionale del Pollino è tra i 29 che hanno ricevuto il cartellino verde. È questo un fiore all’occhiello da tenere in alta considerazione», spiega Troiano.
Per rientrare in Italia il Sindaco dice: «Non ho composto personalmente il numero di telefono messo a disposizione dalla Farnesina, ma mi hanno riferito, coloro che hanno provato a chiamare, che non rispondeva nessuno». Messaggi da venerdì scorso sono giunti al primo cittadino dai suoi cari, da amici e anche da alcuni sindaci lucani. «Nessun messaggio e nessuna chiamata dal Presidente Bardi», dice Troiano. «La prima cosa che ho pensato appena rientrato a casa? Ho corso il rischio di non tornare più. Ringrazio Dio!», conclude il Sindaco di San Paolo Albanese.