Il viso di Elisa riempie tutto il volantino, la stessa immagine che per decenni ha campeggiato su poster, affissioni, sui muri e durante le trasmissioni televisive. Della sua tragica fine, del paradossale nascondiglio per il suo cadavere, la chiesa della Santissima Trinità, si sa tutto da tempo.
Ma oggi Elisa Claps, uccisa a 16 anni il 12 settembre 1993 da Danilo Restivo e custodita, in un segreto condiviso, nel sottotetto di quella chiesa per altri 16, ha altro da dire: “Portami con te ovunque ma non in questa chiesa”. È il messaggio che suo fratello Gildo, la sua mamma e uno zoccolo duro della società civile lucana (ma non solo) vogliono dare alla gente di Potenza, a tutti coloro che pur consapevoli dell’ombra che si allunga in quel sottotetto, sceglieranno di partecipare alla messa del mattino, quella delle 10.
Il luogo di culto potentino, chiuso per anni, aveva riaperto i battenti tra le polemiche il 24 agosto scorso e registrato poi, in prospettiva di un ritorno alle celebrazioni, un’onda di pareri avversi, incluso quelli della famiglia stessa. Mentre, intanto, cresceva la consapevolezza dell’opinione pubblica sul caso grazie al podcast di Pablo Trincia, prima, e la miniserie TV in sei puntate su Rai 1, poi.
Ma poi, in un silenzio quasi provocatorio, tre giorni fa la Curia ha disposto il riavvio della prima messa mattutina, alle 7, e di quella della domenica alle 10. Una scelta, assai discutibile, che ha violentemente scosso la famiglia Claps e i presidi di legalità presenti nella vicenda.
E se di provocazione si tratta, allora Gildo Claps ci mette la faccia, scende in campo personalmente e questa mattina, sin dalle 9.30 sarà davanti alla Santissima Trinità per distribuire ai fedeli in procinto di entrare il volantino verità, col volto di Elisa e l’invito, per nulla dissimulato a non varcare quella soglia. Con lui i volontari, in rappresentanza di “Legalità e giustizia”, “Cestrim”, “Penelope”, “Libera Basilicata”, “Interesse uomo” e “Articolo 21”, pronti a prendere posizione su quello che per molti è inaccettabile.
Dopo l’annuncio dell’iniziativa anche sui social, sono stati numerosi i commenti a sostegno della famiglia Claps: “Solo con la chiusura di quella maledetta chiesa e quindi con l’accettazione da parte della chiesa si potrà mettere un punto su questa vicenda, il resto di chi ha aiutato e come sono andate le cose è nell’immaginario di tutti noi”, scrive Luisa, mentre Annamaria assicura “Non ci sono mai entrata e non ci entrerò mai”.
Vicinanza da Torino, dalla Sicilia e tutte quelle località troppo lontane per partecipare al volantinaggio: “Mi chiedo chi ha il coraggio di varcare quella soglia “, scrive Antonella, mentre la preghiera di Rosa arriva più forte di tutto: “L’unica cosa che voglio pensare, chiunque entri in quella chiesa, il pensiero e una preghiera arrivi a Elisa”.