La Bat è sesta nella classifica nazionale per incidenza degli infortuni mortali sul lavoro in rapporto al numero degli occupati. La denuncia arriva dalla Uil Puglia, che accende i riflettori sul fenomeno nel tacco di Italia: stando ai dati Inail riferiti al primo mese dell’anno, infatti, in soglia rossa ci sono anche le province di Foggia, in decima posizione, e di Bari, al ventiduesimo posto.
«Tre province su sei in zona rossa è un dato che non può passare inosservato – commenta il segretario organizzativo nazionale e commissario straordinario Uil Puglia, Emanuele Ronzoni – Continuiamo a chiedere a gran voce una normativa più aspra e maggiori controlli. Il 95% dei controlli degli ispettori porta a sanzioni penali nei confronti delle aziende. Questo significa che siamo lontani da standard accettabili di sicurezza sul lavoro e di rispetto della normativa contrattuale».
La Puglia risulta dunque la terza regione d’Italia per casi registrati di morti sul lavoro dall’inizio del 2023, periodo di tempo in cui invece a livello nazionale sono diminuite le denunce di infortuni. «Meno 31,4% – continua Ronzoni – un dato che rivela un lato nascosto legato al lavoro nero, sommerso e irregolare che continua ad essere una piaga sul nostro territorio. Il governo sul tema lavoro si sta muovendo troppo lentamente, ma noi come Uil non abbasseremo la guardia e continueremo a mettere in campo tutte le iniziative possibili affinché il lavoro diventi una priorità di questo esecutivo».
L’organizzazione sindacale fa poi appello alla Regione affinché si impegni a «limitare l’accesso agli appalti pubblici, soprattutto in vista dei fondi che arriveranno con il Pnrr, alle imprese che non applicano le norme sulla sicurezza e i contratti nazionali di categoria firmati dai sindacati maggiormente rappresentativ». Anche sull’alternanza scuola-lavoro la Uil ha espresso la sua posizione: «Va rivista profondamente, gli studenti vanno accompagnati nel loro percorso da persone preparate ed è per questo imprescindibile investire in formazione. I dati anche in questo caso ci danno ragione se si pensa che la seconda fascia d’età con maggiore incidenza di morti sul lavoro è proprio quella compresa tra i 15 e i 24 anni».