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I sorrisi silenziosi di Jessica Malaj: a Torremaggiore è il giorno dell’addio alla 16enne

Riservata, timida caratterialmente sorridente. Semplice. Entusiasta della vita. Sono le parole usate per descrivere Jessica Malaj, nata il 22 gennaio 2007 e morta il 7 maggio 2023, uccisa mentre cercava di difendere la mamma dalla furia assassina del padre. Ha trovato la morte nella abitazione genitoriale di via Togliatti nella città di Torremaggiore, comunità che…

Riservata, timida caratterialmente sorridente. Semplice. Entusiasta della vita. Sono le parole usate per descrivere Jessica Malaj, nata il 22 gennaio 2007 e morta il 7 maggio 2023, uccisa mentre cercava di difendere la mamma dalla furia assassina del padre.

Ha trovato la morte nella abitazione genitoriale di via Togliatti nella città di Torremaggiore, comunità che sentiva come propria pur mantenendo stretti i legami con l’Albania, terra di origine di mamma Tefta e papà Taulant. A Torremaggiore Jessica, studentessa del liceo “Fiani-Lecissotti” aveva iniziato il suo percorso tra i giovani di Azione Cattolica nel maggio 2022, su consiglio di sua madre, per vincere la sua timidezza. «È entrata nel gruppo in punta di piedi e da quel momento, non è importa che si trattasse di rievocazioni storiche, attività formative o servizio ai più piccoli della comunità, ha accolto ogni proposta con entusiasmo e voglia di fare», sottolineano dall’Azione cattolica, dove ricordano il suo impegno anche come educatrice, tra l’altro aveva nel suo gruppo il fratellino Leonardo di 5 anni. Un impegno mai fuori le riga, mai una parola fuori posto, mai uno screzio. Nella comunità cattolica giovanile era soprattutto ricordata per i suoi silenzi, densi di meditazione e portati ad ascoltare gli altri. «Chiunque l’abbia conosciuta non dimenticherà il suo sorriso, spesso imbarazzato, che nascondeva con le sue mani dalle unghia colorate», ricordano ancora in tanti nel gruppo dell’Azione cattolica. Un sorriso che è stato spento in quella maledetta notte della strage di via Togliatti.

Oggi, dunque, la seconda stazione della Via Crucis dell’orrore. Torremaggiore si ferma di nuovo – lutto cittadino proclamato dall’amministrazione comunale – per stringersi intorno alla bara di Jessica Malaj, uccisa dalla follia del padre, Taulant, la sera tra il 6 e il 7 maggio. Jessica ha avuto una sola colpa in quella maledetta notte: cercare di difendere la mamma aggredita a coltellate da un marito forse troppo geloso e – come Taulant stesso ha confessato – accecato dalla rabbia, convinto che la moglie Tefta avesse una relazione extraconiugale con Massimo D Santis, vicino di casa, e titolare del Bar Jolly in corso Matteotti, anche lui vittima della furia omicida del 45enne panettiere. Per De Santis la città di Torremaggiore ha osservato sabato la sua prima Via Crucis, e ora si appresta a replicare per la giovane liceale. Stessa chiesa, quella di “Gesù, divino lavoratore”, stesso dolore e stessa silenziosa partecipazione di una comunità che ancora fa fatica a rendersi conto di tanta violenza, scaturita dalla mano armata di un marito e padre che era considerato da tutti come una persona tranquilla e lavoratore, conosciuto in città con il nome di Andrea e con una voglia di riscattarsi con il lavoro da una condizione di povertà: veniva da una famiglia numerosa e con poche possibilità economiche. Prima di fare il panettiere aveva lavorato in campagna e – molti ricordano – al datore di lavoro chiedeva il permesso di raccogliere le olive che restavano a terra per farsi l’olio. Tutti si fidavano di lui, era rispettoso e avevo un forte senso di responsabilità ed era molto legato alla sua famiglia.

Ora Jessica non è più. E il fatto che non ci sia più per mano di una persona che le ha dato la vita appare un’assurdità difficile da comprendere anche per chi non ha saputo offrire altro che il silenzio a una triste storia. Si resta muti, non perché non si abbia voglia di parlare, ma perché non si riescono a trovare le parole per giustificare una simile tragedia. E intanto oggi si torna a pregare.

(ha collaborato Filippo Strozzi)

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