I Pisicchio arrestati, la gip: «Capaci di pilotare l’azione amministrativa per trarne vantaggio»

Alla personalità “affaristica” dei fratelli Pisicchio la gip Ilaria Casu dedica ampio spazio.

«Intermediario e faccendiere nei rapporti, a vari livelli, tra funzionari della pubblica amministrazione comunale e regionale e imprenditori, non solo a livello locale ma anche nazionale», scrive di Enzo, detto “Roberto”. Ed evidenzia «La gravità delle sue condotte, la spregiudicatezza mostrata nella commissione dei reati finalizzata a soddisfare un incontenibile ‘appetito’ di utilità (pc, telefonini, mobilio per la casa, la finta assunzione di sua figlia Rebecca, pagamento per mano del Riefoli della festa di laurea di sua figlia, ingenti somme di denaro contante)».

Per la gip «la sua operatività illecita era legata a doppio filo con il ruolo influente, in ambito politico, di suo fratello Alfonsino. Enzo, infatti, si muoveva vantando relazioni nella pubblica amministrazione, era destinatario delle richieste di imprenditori di “agevolazioni” e favori nelle procedure pubbliche, interfacciandosi con funzionari e dirigenti regionali, condizionandone l’operato».

Il procacciamento delle polizze, ma soprattutto «svolgeva il ruolo di mandatario di suo fratello Alfonsino, che gli delegava incontri in sua sostituzione o che gli impartiva direttive sulle persone da chiamare e sui colloqui da avviare per l’assunzione di persone a lui gradite e che gli avrebbero poi assicurato un “ritorno” in termini elettorali». Oggi Enzo “Roberto” «continua a rivestire la carica di legale rappresentante dei movimenti politici “Iniziativa Democratica” e “Bari al Centro”».

Alfonso Pisicchio: «è gravemente indiziato dei reati di corruzione e turbata libertà degli incanti, in qualità all’epoca dei fatti di assessore regionale. Utilizzava la sua influenza politica e le sue relazioni – spiega la giudice Casu – tramite suo fratello Enzo, per una gestione clientelare del suo ruolo, con favoritismi per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale (mediante assunzioni nelle imprese favorite o avvantaggiate, di persone che assicurano il voto e che avevano militato anche nel suo partito». Per la gip, che motiva così le esigenze cautelari, «anche se non più assessore regionale, è ancora politicamente attivo, così come sono politicamente attive le associazioni politico-culturali in cui riveste il ruolo di coordinatore (Iniziativa Democratica e Senso Civico per la Puglia)».

La gip evidenzia, poi, il ruolo di Alfonso come commissario Arti (dalla quale si è dimesso qualche ora prima dell’arresto), ma anche e soprattutto «la sussistenza di occasioni prossime per condizionare ‘l’agere’ della pubblica amministrazione. Le vicende esaminate – sostiene – hanno mostrato l’ampia capacità dei due indagati di sfruttare le relazioni costruite nel tempo, tanto in ambito regionale che comunale, per pilotare l’azione amministrativa e trarne vantaggio personale. È emerso, inoltre, che i Pisicchio vantano e godono di relazioni con enti pubblici e imprese anche di rilevanza nazionale».

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