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Bari, i fratelli Pisicchio litigavano per attribuirsi la paternità delle assunzioni nelle imprese

Si terranno quasi certamente all'inizio della prossima settimana gli interrogatori di garanzia dei fratelli Alfonsino ed Enzo Pisicchio, arrestati il 10 aprile scorso assieme ad altre tre persone per aver presumibilmente pilotato cospicui finanziamenti ad alcune imprese in cambio di assunzioni di familiari e amici politici e altre “utilità”. Gli interrogatori non sono stati ancora…

Si terranno quasi certamente all’inizio della prossima settimana gli interrogatori di garanzia dei fratelli Alfonsino ed Enzo Pisicchio, arrestati il 10 aprile scorso assieme ad altre tre persone per aver presumibilmente pilotato cospicui finanziamenti ad alcune imprese in cambio di assunzioni di familiari e amici politici e altre “utilità”. Gli interrogatori non sono stati ancora fissati dalla gip, Ilaria Casu, che ha firmato i provvedimenti cautelari, ma è probabile che si svolgano entro martedì. Enzo Pisicchio è difeso da Vito Mormando, Alfonsino Pisicchio, invece, è assistito da Salvatore D’Aluiso.

Intanto, dalla lettura dell’ordinanza emergono particolari dell’inchiesta come un battibecco tra cognati per rivendicare la paternità del merito dell’assunzione di Natale Pisicchio, figlio di Alfonsino, alla BvTech, società che l’11 novembre 2018 aveva ottenuto la prima tranche di un finanziamento di nove milioni di euro dalla Regione Puglia. La contesa era se attribuire l’assunzione ad Alfonsino, all’epoca dei fatti ex assessore regionale, o a suo fratello, l’ex parlamentare Pino. È il 5 febbraio 2020 ed Enzo Pisicchio si trova in auto con la figlia Rebecca alla quale «confida il battibecco – è scritto negli atti giudiziari – avuto con la cognata Vanda (moglie di Alfonsino), la quale attribuiva al marito il merito dell’assunzione di Nat (Natale) nella BvTech, anziché all’altro fratello Pino». Dice Enzo Pisicchio alla figlia, anch’ella poi assunta: «e no che il posto mica l’ha dato Pino… se non era per Alfonso».

Peraltro, annota la gip, la BvTech, aveva già assunto Massimiliano Antenore, persona molto vicina ai Pisicchio e colui che materialmente aveva depositato in Regione una polizza fideiussoria falsa ritenuta indispensabile per erogare i finanziamenti regionali. Sempre dell’ormai famosa assunzione di Natale Pisicchio c’è un’altra intercettazione ritenuta significativa, forse perché i Pisicchio non si volevano sentire in debito con la BvTech.

È il 9 gennaio 2020 e parlano al telefono il manager della società Saverio Friuli, anch’egli indagato, ed Enzo Pisicchio e durante la conversazione – è riportato negli atti – «Pisicchio rinnega il favore ottenuto e dice: “No, perché poi mi vieni a dire… “Vabbè, abbiamo sistemato Nat, abbiamo sistemato Max… vabbè! Allora io lo faccio licenziare, che è meglio, però almeno siamo in deb… credito, non siamo in debito… io non mi voglio sentire in debito…».

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