Sono stati individuati i responsabili della “guerriglia urbana” che si è scatenata a Molfetta la notte di Capodanno quando alcuni giovani, incappucciati, ribaltarono perfino un’auto su cui fecero poi esplodere dei petardi.
Cinque giovani, di età compresa tra i 22 e i 26 anni, sono stati arrestati stamattina dai carabinieri della compagnia di Molfetta.
Le scene, immortalate in alcuni video sono diventate virali sui social e hanno attirato l’attenzione anche della stampa nazionale: si vede un gruppo di giovani che, approfittando dei festeggiamenti, hanno seminato il panico tra le vie cittadine, capovolgendo e vandalizzando l’auto, colpita dal lancio di petardi e ordigni artigianali nel tentativo di incendiarla.
Momenti di grande tensione durante i quali l’euforia per i festeggiamenti ha lasciato il passo ad «azioni criminali incontrollate da parte di un manipolo di soggetti che, senza alcuna remora, avevano anche ripreso le loro gesta, compiacendosene mentre le divulgavano sulle piattaforme social», scrivono i carabinieri in una nota.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Trani, hanno consentito di individuare i presunti responsabili attraverso la visione dei filmati registrati dai diversi impianti di videosorveglianza presenti nella zona e dall’analisi degli stessi video circolati sul web.
Gli arrestati sono accusati di pubblica intimidazione con uso di ordigni e materiale esplodente introdotto dal cosiddetto decreto Caivano.
Il sindaco di Molfetta: «Il Comune si costituirà parte civile»
«La risposta celere e appropriata data dalle istituzioni dimostra che il tema della sicurezza a Molfetta è al centro delle attenzioni istituzionali. Il Comune si costituirà parte civile». Lo dichiara il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, dopo l’arresto dei cinque.
Degli arrestati, quattro sono in carcere e uno ai domiciliari.
«Era stato subito chiaro a tutte le istituzioni che i filmati circolati in rete dovevano portare all’arresto degli autori della devastazione messa in atto a in piazza Vittorio Emanuele e così è stato», aggiunge il sindaco.
«Quei fatti, uniti alla diffusione delle immagini, richiedevano immediati provvedimenti che sono arrivati», sottolinea il primo cittadino che è stato convocato per domani dal prefetto di Bari, Francesco Russo, e dal capo della procura per i minorenni, Ferruccio De Salvatore, in quanto non si esclude che possano essere coinvolti anche minori nelle azioni compiute dagli indagati.
«Andiamo avanti con responsabilità, razionalità, equilibrio, severità e determinazione», continua Minervini ringraziando «procura di Trani e carabinieri per il lavoro svolto. Molfetta merita rispetto e lo Stato, nel suo insieme, deve assicurare la sicurezza che si deve ad una città dinamica», conclude il sindaco.