Categorie
Cronaca

Guerra tra clan a Bitonto «Botta e risposta». Ferito un 20enne, nove gli arresti

Protagonisti di detenzione di armi, numerose esplosioni di colpi d’arma da fuoco, minacce e di un ulteriore tentato omicidio nei confronti degli esponenti rivali. Il fatto di sangue e il contestuale ferimento di un 20enne si collocano in un contesto più ampio di guerra tra i due clan, nel quale, nell’arco di poche settimane sono stati numerosi i reati, con azioni e ritorsioni da entrambi i clan. Conte e Cipriano cercavano di aprirsi una breccia per la conquista e la gestione delle attività illecite sul territorio di Bitonto, principalmente il traffico di stupefacenti. 

I Carabinieri del Nucleo Investigativo e la Squadra Mobile della Polizia, coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Bari sono stati impegnati, congiuntamente, in uno sforzo corale di prevenzione e repressione. In particolare, i provvedimenti documentano diversi reati registrati ed espressioni delle tipiche modalità del «Botta e risposta». 
Tutti i reati sono stati scoperti scoperti nell’immediatezza dall’azione congiunta di Polizia di Stato e Carabinieri. Le pene inflitte ai 9 responsabili, oscillano dai 20 anni per il tentato omicidio e la detenzione di armi, ai 2 anni per le minacce, tutti episodi aggravati dal metodo mafioso.
Nove provvedimenti di esecuzione di pene concorrenti con contestuali ordini di carcerazione. Quattro dei provvedimenti in parola, attengono ai primi contrasti sviluppatisi all’interno della criminalità bitontina nel corso dell’estate e dell’autunno 2015, allorquando si registrarono in città varie sparatorie, tendenti ad eliminare i vertici dell’opposta organizzazione.
Si era da poco concretizzata la scissione all’interno del gruppo Conte con il conseguenziale passaggio di taluni elementi nelle fila dell’avverso gruppo Dicataldo.
Il botta e risposta tra i due gruppi criminali ebbe il suo culmine nella serata del 18 ottobre 2015, allorquando dei killer armati tentarono di assassinare Tarullo Vitantonio (futuro collaboratore di Giustizia), rintracciato a pochi metri dal Luna Park allestito per la festa patronale dei Santi Medici, esplodendo nei suoi confronti numerosi colpi d’arma da fuoco, scatenando il panico tra i presenti. 
Ulteriori cinque provvedimenti, promanano invece dalla conclusione delle fasi processuali connesse e poi stralciate dall’originario procedimento penale inerente all’omicidio di TARANTINO Anna Rosa, vittima innocente di mafia, colpita mortalmente dai proiettili vaganti il 30 dicembre 2017.

Lascia un commento Annulla risposta

Exit mobile version