Tre punti salienti per la riapertura dell’inchiesta sulla morte di Ciccio e Tore, i fratellini di Gravina ritrovati cadavere in un pozzo, nella “casa delle cento stanze“, il 25 febbraio 2008, scomparsi di casa, ad Altamura, nel giugno 2006.
Questa mattina la mamma Rosa Carlucci, assistita dal suo legale, l’avvocato Giovanni Ladisi, si è presentata in Procura per chiedere che si riprenda il fascicolo archiviato.
La ricostruzione eseguita dal consulente della mamma e della sorella contiene dunque tre punti importanti: innanzitutto l’orario in cui sarebbero caduti, e cioè le 23:30, un orario difficilmente compatibile con un’iniziativa autonoma di due bambini rispettivamente di 11 e 13 anni. L’ipotesi quindi è che qualcuno li abbia portati fin lì. Il secondo su cui insistono i familiari è che i testimoni si sono contraddetti numerose volte nei diversi interrogatori. Il terzo è il ritrovamento, vicino ai cadaveri, di un flacone di un medicinale che sarebbe appartenuto ad altri.
«I miei figli da soli non sarebbero andati in quel posto sapendo le loro abitudini – commenta Rosa Carlucci – sono stati indotti. Mi auguro che finalmente la procura faccia luce e non lasci niente di intentato». La donna fa appello anche al ministro Nordio: «Ho molta fiducia in lui, metta mano al fascicolo».