«Pena di morte per i femminicidi e per ogni delitto simile». Non usa mezzi termini il sindaco di Nardò, Pippi Mellone, per commentare gli ultimi fatti di cronaca e, soprattutto, il femminicidio di Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta.
«Sento molte analisi sociologiche, tanti intellettuali indaffarati a illustrare le ragioni, le migliori menti della nazione intente a scavare nelle ragioni più profonde, mentre i telegiornali ogni giorno raccontano storie sempre più assurde e dolorose», scrive il sindaco in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook “istituzionale” allegando uno screenshot dal Tg1 del 19 novembre scorso in cui è stata data la notizia della tragica morte di Giulia Cecchettin: «Il telegiornale di Rai1 ha voluto sensibilizzare gli italiani sul dramma dei femminicidi. Alle spalle della conduttrice sono apparsi i volti delle donne vittime di femminicidio nel 2023. Il numero delle vittime è talmente alto che gli schermi dello studio non basta neanche ad ospitare tutti i volti. Sono donne. Sorelle, madri, figlie. Vite spezzate e buttate via. Un’immagine che fa gelare il sangue», scrive il primo cittadino neretino.
.Dunque l’affondo: «Con il pragmatismo che tutti mi riconoscono – afferma Mellone – penso che vadano riaperti i manicomi (o come diavolo li volete chiamare!), perché le strade sono piene di pazzi autentici e, per dar retta ai perbenisti, la povera gente piange lacrime amare».
Per Mellone «bisognerebbe rimodulare l’educazione, insegnare e bla bla bla… ma poi, di fronte ai delitti efferati come questo, quando non c’è nessun dubbio sull’autore!, io sono per la pena di morte. Ora e per sempre».
Centinaia i commenti sotto il post del sindaco che, inevitabilmente, sta creando tanto clamore: in tanti concordano con il primo cittadino di Nardò. Ma sono anche tanti coloro che, invece, chiedono semplicemente «certezza della pena».