È stato condannato a 9 mesi di reclusione l’uomo originario di Castrignano del Capo, ma residente a Patù, che gettò cinque gattini nella spazzatura, provocando la morte di tre cuccioli.
L’uomo dovrà risarcire l’Enpa (Ente nazionale protezione animali) che lo aveva denunciato costituendosi parte civile nel processo con la propria avvocata Claudia Ricci e la sua collega di Enpa Rete Legale Lecce, Vincenza Raganato.
La segnalazione era partita da una volontaria di un’associazione animalista di Salve che aveva avvertito i carabinieri del paese. Intervenuti sul posto, i militari avevano acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza di un negozio delle vicinanze e avevano identificato l’uomo, poi denunciato e rinviato a giudizio.
Il Tribunale di Lecce lo ha condannato per maltrattamento di animali, in quanto «per crudeltà e senza necessità cagionava lesioni a cinque gattini, staccandoli brutalmente dalla madre appena nati ed abbandonandoli successivamente all’interno di un cassonetto della spazzatura, derivando da tali condotte la morte di tre di essi; con l’aggravante della morte degli animali».
La sentenza, commenta la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, «evidenzia quanto sia importante denunciare i reati contro gli animali e farlo tempestivamente. Solo così è possibile soccorrere e salvare gli animali e allo stesso tempo assicurare alla giustizia le persone che sono responsabili di queste oscenità. Ringraziamo i carabinieri di Salve che sono intervenuti subito e hanno permesso di identificare e assicurare alla giustizia il colpevole». L’avvocato di Enpa, Carla Ricci, sottolinea che «anche in questo processo si conferma un dato molto importante e cioé che sono sempre di più, in ambito dei reati contro gli animali, le sentenze di colpevolezza emesse grazie all’acquisizione delle immagini di sorveglianza, sia pubbliche che private. Uno strumento fondamentale che per essere efficace necessita di denunce ed indagini tempestive. Come ufficio legale Enpa stiamo riscontrando una sempre maggiore sensibilità e partecipazione delle persone in questo senso, che denunciano e che in molti casi documentano i maltrattamenti anche con l’ausilio di immagini video».