Gallipoli, accusati di violenza sessuale su una 20enne belga: scagionati due turisti

Colpo di scena nella vicenda giudiziaria dei due turisti in vacanza a Gallipoli finiti in carcere nel 2022 perché accusati aver abusato di una ragazza belga di 20 anni nel bagno di una discoteca della città bella.

La presunta vittima ha scelto di non presentarsi in tribunale e di non costituirsi nel procedimento, scagionando di fatto i due finiti in arresto e prosciolti da ogni accusa poiché il fascicolo si è chiuso con un’archiviazione. Si tratta di un capotreno di 28 anni, di Massa di Somma, provincia di Napoli e di un 21enne di Vinci, provincia di Firenze.

La sentenza di non luogo a procedere è stato disposto dalla giudice del tribunale di Lecce Anna Paola Capano, accogliendo l’istanza avanzata dalla sostituta procuratrice Maria Grazia Anastasia.

Troppi i dubbi e le lacune emerse nel racconto della donna nella prima fase investigativa. I dubbi degli inquirenti non sarebbero stati mai chiariti per l’indisponibilità della 20enne, tanto da spingere il tribunale del riesame a revocare i domiciliari a distanza di un mese dai fatti, restituendo così la libertà agli indagati.

Diversi gli elementi contraddittori emersi che avrebbero indebolito l’impianto accusatorio. A smontare di fatto le accuse ci hanno pensato gli avvocati difensori dei due indagati, gli avvocati Luca Puce, Michele Laforgia, Pierpaolo Pantanelli, Marco Buccarella e Davide Micaletto.

Il racconto dalla turista belga non avrebbe trovato riscontro nella documentazione sanitaria acquisita. Alcuni particolari sarebbero risultati inventati, come dimostrato da una consulenza medica svolta dalle difese. Anche altri dettagli relativi all’analisi dei luoghi sarebbero risultati non congrui alla realtà, probabilmente interpretati male poiché la giovane sarebbe risultata in stato di choc e non parlava la lingua italiana. Probabilmente ad aver colorito i dettagli sarebbe stata l’influenza di alcuni amici.

Per fugare ogni dubbio la pm aveva chiesto un incidente probatorio tra le parti. Nel frattempo la ragazza era tornata nel suo Paese, ma nonostante una laboriosa attività di ricerca della persona offesa, raggiunta dalla notifica a mani proprie della convocazione quale teste, non si è presentata in tribunale, senza far pervenire alcuna giustifica o richiesta di differimento e senza costituirsi nel procedimento. Alla luce di questo epilogo, è stato disposta l’archiviazione. Intanto i due ragazzi stanno valutando con i propri legali l’ipotesi di avanzare richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione in carcere e ai domiciliari da innocenti.

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