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Furti e rapine ai camionisti: gli arrestati rubarono anche il furgone della nazionale paralimpica – VIDEO

Avrebbero commesso più colpi anche fuori dalla Puglia le dodici persone arrestate questa mattina ed accusate di associazione a delinquere finalizzata ai furti e alle rapine ai danni di autotrasportatori. La polizia stradale di Bari, su disposizione della Procura di Trani, ha notificato le ordinanze di misure cautelari (otto in carcere e quattro ai domiciliari)…

Avrebbero commesso più colpi anche fuori dalla Puglia le dodici persone arrestate questa mattina ed accusate di associazione a delinquere finalizzata ai furti e alle rapine ai danni di autotrasportatori.

La polizia stradale di Bari, su disposizione della Procura di Trani, ha notificato le ordinanze di misure cautelari (otto in carcere e quattro ai domiciliari) nei confronti degli indagati che sono di Andria e Cerignola. Dovranno rispondere anche dei reati di ricettazione e riciclaggio di veicoli.

Le indagini sono partite nel febbraio del 2021, all’indomani di un furto di merce trasportata a bordo di un veicolo commerciale fermo in sosta di notte, all’interno dell’area di servizio “Dolmen Sud”, a Bisceglie. Un furto messo a segno tagliando il telo del mezzo e asportandone il contenuto. Dopo di allora, secondo gli inquirenti, il gruppo criminale sarebbe responsabile di diversi reati contro il patrimonio anche fuori dai confini regionali. Tra i furti messi a segno, anche quello dell’autofurgone Fiat Ducato, avvenuto lo scorso 11 maggio, in uso alla rappresentativa azzurra paralimpica di PowerChair football (calcio in carrozzina elettrica), carico di tutta l’attrezzatura in uso agli atleti. Un fatto che destò scalpore e disappunto nell’opinione pubblica e notevole impatto mediatico nazionale.

Durante le indagini, hanno spiegato il questore di Andria, Roberto Pellicone, il procuratore Renato Nitti e il dirigente della stradale della Puglia Luca Speranza durante la conferenza stampa, la polizia si è avvalsa di intercettazioni telefoniche, oltre ad attività di pedinamento e osservazione, che hanno consentito di individuare i presunti responsabili e recuperare le refurtive.

Gli arrestati, tutti con precedenti penali specifici, vengono ritenuti «di indubbia pericolosità sociale, pronti ad usare violenze e minacce nei confronti delle povere vittime pur di raggiungere lo scopo».

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