Beni e crediti d’imposta per un valore di circa 20 milioni di euro sono stati sequestrati, a seguito di un decreto d’urgenza emesso dalla procura della Repubblica di Bari, dai finanzieri del nucleo di Polizia economico-finanziaria nell’ambito di un’inchiesta su presunti crediti fittizi legati al “bonus facciate”.
Secondo l’accusa la somma sequestrata costituirebbe il profitto di reati di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione e autoriciclaggio.
La presunta frode sarebbe legata all’indebito utilizzo del cosiddetto “bonus facciate” da parte di un imprenditore residente a Castellana Grotte.
Dalle indagini sarebbe emersa l’esistenza di un circuito fraudolento, che graviterebbe intorno alla figura dell’imprenditore, rappresentante legale di due società venete, operanti nel settore edile, una delle quali è risultata ancora detenere nel proprio cassetto fiscale crediti d’imposta inesistenti per oltre 11 milioni di euro. Le imprese venete avrebbero, inoltre, ceduto crediti d’imposta fittizi, per un valore di circa 1,8 milioni di euro, a una società romana operante nel settore dell’energia elettrica, “monetizzando” il relativo controvalore.
I finanzieri, durante le indagini, avrebbero rilevato la falsità delle prestazioni generatrici delle agevolazioni fiscali, sulla base di alcuni indici di anomalia, tra i quali risulterebbero l’inesistenza degli immobili oggetto di interventi edilizi, la scarsa capacità reddituale dei beneficiari dei crediti d’imposta e la mancanza di un’idonea struttura organizzativa e finanziaria delle società realizzatrici dei lavori.
Nell’indagine sono coinvolte due persone fisiche e due società. Si tratta di Michele Angelo Bianco, di 56 anni, di Putignano, e Attilio Muraro, di 74, residente a Garda in provincia di Verona, la Nordest edilità srl e la Fronda Immobiliare srl, di San Martino Buon Albergo (Verona), legalmente rappresentate da Muraro.
Secondo l’accusa, Bianco («privo di consistenza reddituale e patrimoniale», è scritto negli atti) è risultato beneficiario dei lavori edili fittizi che hanno originato crediti d’imposta inesistenti. Determinate, sempre secondo la Procura, è stata la complicità di Muraro («74enne pensionato con capacità economico-finanziaria di modesto spessore», scrive il pm) le cui aziende sono risultate essere le prime cessionarie dei crediti. Successivamente le società di Muraro hanno trasferito i crediti ad altre imprese, presso le quali sono stati operati altri sequestri.
Il sequestro è stato disposto dal procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, e riguarda crediti d’imposta ceduti a terzi dalle due società indagate per illecito amministrativo, i crediti d’imposta risultanti nei cassetti fiscali della Nordest Edilità srl e della Fronda Immobiliare srl, le quote del capitale sociale delle due società, i complessi aziendali, le somme in danaro e i rapporti finanziari. Per Muraro è stato disposto il sequestro delle somme di danaro risultanti dai rapporti finanziari a lui intestati.