Frode nel commercio online di pneumatici: 5 misure cautelari a Foggia. Sequestrati 40 mln di euro – VIDEO

Avrebbero evaso l’Iva nel settore del commercio online di pneumatici in dieci stati dell’Unione europea e in altri cinque extra Ue per un ammontare di circa 40 milioni di euro.

A tanto ammonta il valore dei sequestri eseguiti stamattina nei confronti di 5 persone – indagate per associazione a delinquere e frode fiscale – e di una società cooperativa con sede a Orta Nova. Sono stati sequestrati anche 7 siti internet di e-commerce.

Due delle cinque persone indagate sono finite in carcere, altre due agli arresti domiciliari e nei confronti di un’altra è stato disposto l’obbligo di dimora nel proprio Comune di residenza. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale di Foggia su richiesta della Procura europea. Una delle cinque misure cautelari è stata eseguita a Dubai grazie alla collaborazione della polizia degli Emirati arabi.

L’operazione coinvolge i finanzieri dei comandi provinciali di Foggia e Genova e del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche.

Le indagini, coordinate dalla Procura europea, sono partite da due esposti presentati su sette società formalmente con sede in Spagna, Romania, Estonia, Ungheria e Bulgaria – ma che, in realtà, venivano gestite dall’Italia tramite una società cooperativa di Orta Nova – attraverso le quali l’organizzazione criminale indagata gestiva una vasta attività di vendita online di penumatici per auto ed altri veicoli a motore.

A seguito di attività tecniche, accertamenti finanziari, analisi dei computer e dei telefoni sequestrati nel corso delle perquisizioni, i finanzieri hanno accertato che la cooperativa foggiana, attraverso un unico apparato organizzato, svolgeva tutte le attività direttive ed amministrative delle società collocate nei diversi Paesi Ue e curava materialmente le cessioni di pneumatici ai privati consumatori italiani che li avevano acquistati tramite appositi siti internet.

Durante le indagini è stato ricostruito nei dettagli il sistema di frode: le piattaforme di e-commerce erano riconducibili a società create appositamente alle Isole Canarie che era però gestita dalla cooperativa foggiana. Attraverso questi siti, gli utenti (soprattutto cittadini italiani) effettuavano gli ordini, che venivano trasmessi ad altre “società schermo” localizzate in altri Paesi dell’Unione europea (Romania, Estonia, Ungheria e Bulgaria) riconducibili agli stessi indagati. Queste ultime si occupavano di comunicare ai reali fornitori degli pneumatici, estranei al meccanismo di frode, l’entità dell’ordine e la destinazione dello stesso. La merce veniva quindi spedita dal fornitore reale al consumatore finale italiano, senza transitare in alcun modo attraverso le società formalmente interposte nella transazione. Le società localizzate alle Isole Canarie emettevano quindi nei confronti del consumatore finale una fattura senza applicazione dell’Iva.

Dal 2017 l’organizzazione avrebbe così generato un fatturato di circa 180 milioni di euro evadendo l’Iva per circa 40 milioni di euro.

Gli indagati, grazie a questo complesso sistema, potevano praticare prezzi sensibilmente inferiori alle normali condizioni di mercato, con conseguente distorsione della libera concorrenza.

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