Foggia, evacuate 8mila persone per la rimozione di un ordigno bellico: «Abbiamo paura»

Un’alba di paura e apprensione per circa ottomila residenti di Foggia che, dalle prime luci del giorno, hanno dovuto lasciare le proprie case per consentire il disinnesco di un ordigno bellico risalente alla Seconda guerra mondiale.

L’operazione, coordinata dalla Prefettura con il supporto di forze dell’ordine, vigili del fuoco, Asl, Comune e Croce Rossa, ha richiesto l’evacuazione di un’area di 430 metri intorno al cantiere di via Spalato dove è stata rinvenuta la bomba.

Le operazioni di evacuazione, avviate nelle prime ore del mattino, hanno visto il coinvolgimento di volontari della protezione civile e del Radio Club Marconi che hanno assistito le persone con ridotta capacità motoria nel raggiungere i punti di accoglienza allestiti o le abitazioni di parenti e amici.

«Abito proprio sulla bomba», racconta un residente. «Sono state settimane di paura e apprensione. Spero che finisca presto. Ora vado dai miei figli e poi vedremo».

L’evacuazione è stata completata con il supporto delle forze dell’ordine che hanno presidiato la zona rossa, interdetta anche al traffico veicolare. Per scoraggiare eventuali episodi di sciacallaggio, sono stati inoltre impiegati droni a pilotaggio remoto.

Il suono delle sirene ha scandito le fasi del disinnesco dell’ordigno bellico, che verrà fatto brillare in una cava di Lucera, a circa 20 chilometri da Foggia. In piazza Cavour, nel centro cittadino, è stata allestita una postazione medica della Croce Rossa Militare per garantire assistenza sanitaria a chi ne avesse bisogno.

Nei punti di accoglienza allestiti per gli evacuati, la tensione è palpabile. Le persone attendono con trepidazione il termine delle operazioni e il ritorno alla normalità. La speranza è che tutto si concluda senza incidenti e che la città possa finalmente tirare un sospiro di sollievo.

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