Dopo la tragedia dell’elicottero precipitato ieri sul Gargano, sono stati recuperati i corpi delle sette vittime: i due piloti, una famiglia di turisti sloveni con due figli adolescenti e un medico del 118. Una giornata in cui si è lavorato anche per fornire le prime risposte sulle cause del disastro.
«Non so da chi sia arrivato l’ok per la partenza – dice con un filo voce Francesco Nardelli, padre di Andrea, il pilota esperto dell’Alidaunia che è tra le vittime – Sul Gargano c’era una forte perturbazione, tant’è che venerdì l’elicottero non è partito». I soccorritori hanno estratto le salme dal relitto e hanno lavorato alla ricerca della scatola nera che potrebbe fornire elementi decisivi per spiegare le cause dell’incidente. Dal luogo del disastro, nella parte ovest del Gargano, a Castel Pagano di Apricena, i corpi sono stati portati all’obitorio di San Severo (Foggia) per il riconoscimento.
Secondo quanto anticipato dal procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, probabilmente verrà eseguita l’autopsia solo sui corpi dei due piloti. L’indagine è stata aperta dalla Procura e resta a carico di ignoti con l’ipotesi di disastro aviatorio colposo e omicidio colposo plurimo. «Il rotore è stato trovato a circa 150 metri di distanza rispetto alla fusoliera – ha raccontato Vaccaro, che oggi ha incontrato i giornalisti nel centro operativo allestito a pochi chilometri dal luogo del disastro – Verosimilmente il velivolo ha impattato prima con il rotore, si è impennato e poi ha impattato con il resto dell’elicottero». In merito alla scatola nera, Vaccaro ha precisato che «non tutti gli elicotteri la prevedono a bordo» e sembrerebbe che il velivolo dell’Alidaunia non l’abbia in dotazione. Sulle cause del disastro Vaccaro non si sbilancia: «in questa prima fase di indagini preferiamo non commentare. Ieri c’era maltempo questo è l’unico dato certo».
Oggi l’amministratore unico della società di elitrasporto, Francesco Nitti, ha rotto «il religioso silenzio in cui il drammatico evento mi ha portato a chiudermi», e ha rivolto «un particolare ricordo agli amici Luigi ed Andrea. Luigi è sempre stato il più bravo, il più gentile, un fulgido esempio per i suoi colleghi ed un maestro di vita per tutti noi. In ultimo, solo perché il più sofferto, va il nostro più caldo abbraccio ai genitori di Andrea, privati dell’amore del loro figlio».