Foggia, dopo 2 anni torna il canile abusivo in via Almirante: animali all’aperto con temperature vicine ai 50 gradi

Cani imprigionati in condizioni disumane sotto un sole rovente con temperature che sfiorano i 50 gradi. Succede a Foggia in via Giorgio Almirante, in una baracca abusiva sotto gli occhi di tutti. Gli animalisti e le associazioni hanno sollecitato chi di dovere, sono partiti appelli sui social ma i poveri cani sono in pericolo di vita: senza acqua, al caldo e senza cure. Un episodio che si era già verificato nel 2021: in seguito all’intervento di Asl e Forestale furono trovati 11 cani. E anche questa volta non resterà a guardare Anna Rita Melfitani, presidente di “Guerrieri con la Coda”.

Baracca abusiva

A Foggia non mancano di certo episodi di abusivismo: la stessa condizione riguarda anche questo rifugio costruito in maniera improvvisata su via Giorgio Almirante. La baracca sorge sul marciapiede, tutti possono vederla. È stata messa su con teloni e materiali di scarto. «I cani vivono praticamente in una discarica – commenta Anna Rita Melfitani – tra rifiuti e deiezioni». Dei teloni scuri sottraggono alla vista i poveri animali imprigionati di cui però i vicini sentono i lamenti. Sono presenti reti di protezione a perimetrare una sorta di recinzione, teloni ombreggianti a fare da soffocante tetto e dentro diversi cani, rinchiusi, in trappola, a temperature che sfiorano i 50 gradi. «Eppure anche questa volta lo scempio è praticamente sotto gli occhi di tutti – aggiunge la presidente di “Guerrieri con la coda” – non capisco come non si riesca ad intervenire».

Cani in prigione

Non solo lamenti di cani che stanno soffrendo le temperature record del periodo ma anche cuccioli. «I vicini hanno segnalato che non si odono solo i lamenti dei cani ma anche quelli di cuccioli – spiega Melfitani – purtroppo però non sono in grado di confermare che siano ancora imprigionati in questo inferno. Sicuramente ci sono un pastore tedesco, un meticcio e un cane da caccia che hanno bisogno di aiuto. Adesso». Il proprietario di questa baracca abusiva, infatti, è noto per essere un cacciatore che alleva cani da caccia e di conseguenza cuccioli di questa specie senza tuttavia avere tanto a cuore il benessere degli animali. Nel 2021 la stessa sorte era toccata ad altri 11 cani.

La condizione

L’aspetto più grave di tutta la vicenda è che la medesima baracca e il medesimo proprietario erano stati già attenzionati ben due anni fa alle Forze dell’ordine: non solo la baracca non è stata demolita ma tutto è tornato come prima. «Sono stata proprio io due anni a sollecitare la forestale insieme con la Asl – continua Melfitani – ma il tentativo a quanto pare è caduto nel vuoto considerando i risultati. Chissà quanti altri cani dovremo ancora vedere imprigionati in e morire queste condizioni disumane».

L’indifferenza

Finora sono stati fatti appelli, denunce e segnalazioni da parte dei privati e delle associazioni, la notizia sta facendo il giro sui social ma nulla si muove: il tempo passa, la temperatura continua a essere rovente e a farne le spese sono ancora quei poveri animali bloccati in condizioni disumane. «Non riesco a spiegarmi il motivo del lassismo, per legge qualsiasi forza di polizia può intervenire su un maltrattamento di animali. Io non resterò a guardare e scriverò personalmente al Prefetto di Foggia».

È evidente che non c’è solo il problema dell’abbandono in estate ma una mancata sensibilizzazione anche nei confronti di chi dovrebbe intervenire per tutelare i nostri amici a quattro zampe. «La sensibilizzazione è un tema sempre caldo un’attività che noi associazioni e animalisti pratichiamo ogni giorno attraverso il web, i convegni e così via. Sono le Forze dell’ordine che dovrebbero essere sensibilizzate sul tema», conclude Melfitani che conclude «Come si può pensare di sconfiggere la mafia se abbiamo delle Forze dell’ordine impreparate se non disinteressate ad affrontare i maltrattamenti nei confronti degli animali. Anche questa è illegalità. Vorrei delle risposte. Ma forse è il caso che io vada a chiederlo direttamente al prefetto Maurizio Valiante».

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