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Fine vita, morta a Perugia la giornalista Laura Santi: «Dobbiamo decidere noi, nessun altro»

«La vita è degna di essere vissuta, se uno lo vuole, anche fino a 100 anni e nelle condizioni più feroci, ma dobbiamo essere noi a decidere, nessun altro». Così Laura Santi, giornalista 50enne di Perugia, attivista dell’Associazione Luca Coscioni, morta per suicidio assistito dopo una lunga battaglia per il diritto al fine vita. Conviveva…
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«La vita è degna di essere vissuta, se uno lo vuole, anche fino a 100 anni e nelle condizioni più feroci, ma dobbiamo essere noi a decidere, nessun altro». Così Laura Santi, giornalista 50enne di Perugia, attivista dell’Associazione Luca Coscioni, morta per suicidio assistito dopo una lunga battaglia per il diritto al fine vita.

Conviveva con una forma avanzata di sclerosi multipla, ha scelto di auto-somministrarsi il farmaco letale nella propria casa, assistita dal marito Stefano e da personale sanitario volontario.

Dopo oltre due anni di ricorsi, denunce e attese, ha ottenuto solo nel giugno 2025 l’autorizzazione dalla sua Asl, in base ai criteri fissati dalla Consulta. «Non potete capire che senso di libertà da un inferno quotidiano sto vivendo», ha scritto, lasciando un messaggio di speranza e impegno civile.

«Ricordatemi. E non vi stancate mai di combattere, anche quando le battaglie sembrano invincibili». Ha denunciato «l’ingerenza del Vaticano e l’incompetenza della politica» sul tema e chiesto una legge che rispetti le persone malate: «Potrebbe un giorno riguardare anche voi o i vostri cari».

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