Si spacca la commissione regionale sanità sulla cosiddetta “eutanasia modello Puglia”, approvata ieri a maggioranza con i due schieramenti che hanno votato in ordine sparso. Alla fine la proposta di legge a firma del consigliere regionale Fabiano Amati è passata per un solo voto con cinque favorevoli e quattro contrari più un astenuto.
Nel Partito democratico hanno votato a favore i consiglieri Amati e Paulicelli (entrambi in sostituzione dei colleghi Parchitelli e Mazzarano), mentre contro s’è espresso il consigliere Di Gregorio. Ma a fare rumore nelle minoranze di centrodestra è il sì del leghista Conserva opposto al no del collega di Fratelli d’Italia Perrini. A favore della morte serena anche il presidente Vizzino e il consigliere Lopalco, astenuto il grillino Galante. Un fritto misto, insomma, che rischia di mandare in aula un testo manifestamente incostituzionale già dichiarato tale dal parere negativo degli uffici. Questi ultimi hanno segnalato che sul tema eutanasia il vuoto legislativo esistente può essere colmato solo dallo Stato.
In concreto la proposta di legge prevede che le strutture sanitarie pubbliche della Puglia assicurino l’assistenza per aiutare alla morte serena le persone malate in stato terminale o cronico, la cui condizione clinica è compatibile con il diritto al rifiuto del mantenimento artificiale in vita ai sensi dell’articolo 32, comma 2, della Costituzione. L’assistenza sanitaria, consistente in prestazioni e trattamenti clinicamente adeguati, è assicurata a persone che siano capaci di assumere decisioni libere, consapevoli e si siano espressi favorevoli alle prestazioni e ai trattamenti, con le modalità e gli strumenti più consoni alle condizioni cliniche (gesti, segni o utilizzo di appositi apparati). In particolare a pazienti affetti da malattie irreversibili o in coma o in condizione di sofferenze fisiche e psicologiche intollerabili. Spetta all’ospedale interessato verificare le condizioni e l’autorizzazione alle prestazioni previo parere del comitato etico territorialmente competente integrato da un medico palliativista, un neurologo, uno psicologo e un rappresentante delle professioni infermieristiche. Le strutture sanitarie e i comitati etici devono offrire preventivamente al paziente l’accesso a cure palliative diverse dalla sedazione profonda, se in grado di eliminare lo stato di sofferenza. I procedimenti di verifica e di parere previsti, necessari pure nel caso di disposizione anticipata di trattamento, sono attivati su domanda del paziente all’azienda sanitaria territoriale e alla struttura sanitaria interessata, con un percorso che deve concludersi in una settimana.
Al personale sanitario è assicurato il diritto di rifiutare, per motivi di coscienza, l’esecuzione delle prestazioni e dei trattamenti previsti dalle presenti disposizioni. Nel caso in cui risulti impossibile formare l’equipe sanitaria spetta alla direzione sanitaria adottare la riorganizzazione interna per assicurare la morte serena. Tutte le prestazioni e i trattamenti previsti dall’eutanasia sono gratuiti nell’ambito del percorso terapeutico-assistenziale erogato in favore di pazienti affetti da malattie in stato terminale e cronico.
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Di Redazione24 Novembre 2024