Falso in verbale e minacce ai testimoni: a giudizio il pm Ruggiero

Doppio rinvio a giudizio per il pm di Bari Michele Ruggiero, accusato di falso ideologico con riferimento alla presunta falsificazione dei verbali di tre testimoni e per violenza privata a carico di due testi nell’ambito di due distinti procedimenti per corruzione risalenti a quando era in servizio alla Procura di Trani.

Lo ha deciso il gup di Lecce Giulia Proto che ha fissato l’inizio dei due processi (i fascicoli sono distinti) a carico di Ruggiero per il 21 marzo e il 6 giugno 2023 davanti al Tribunale monocratico di Lecce, competente a trattare i procedimenti che coinvolgono magistrati in servizio nel distretto della Corte d’appello di Bari.

Nel primo processo (quello che comincerà a giugno) Ruggiero è accusato di un presunto falso nel verbale che fu posto a fondamento dell’arresto per tentata concussione dell’allora vicesindaco di Trani Giuseppe Di Marzio, che si è costituito parte civile assistito dall’avvocato Enrico Capurso. La vicenda contestata al magistrato risale al 6 settembre 2014. Stando all’imputazione formulata dalla pm di Lecce Roberta Licci, Ruggiero avrebbe sintetizzato le parole di un testimone «in modo del tutto distonico rispetto alle effettive dichiarazioni», con riferimento al presunto coinvolgimento di Di Marzio in un episodio di richiesta di tangenti. Il pm avrebbe poi omesso di depositare il cd con la fonoregistrazione integrale della testimonianza, «la cui esistenza emergeva solo a novembre 2019» nell’ambito del dibattimento in corso a Trani. Dalla nuova trascrizione delle dichiarazioni del testimone è emerso che nel precedente verbale sarebbero state «assemblate affermazioni rese in momenti diversi nel corso della lunga escussione, in una consequenzialità logica non coerente con le effettive informazioni rese dal teste».

Il secondo processo per il quale Ruggiero è stato oggi rinviato a giudizio (il dibattimento comincerà a marzo) riguarda i reati di falso aggravato, con riferimento alle modalità di redazione dei verbali di due testimoni e di violenza privata a carico degli stessi. Nei confronti di uno di loro, che affermava di non essere a conoscenza del pagamento di tangenti, Ruggiero, secondo l’accusa, avrebbe detto: «Ci vedremo tra un mesetto, però in una diversa posizione, tu stai dietro alle sbarre e io sto da un’altra parte… non ti sto impaurendo». E ancora: «Ma perchè devo minacciarti di arrestarti per farti dire la verità porca p…». In questo procedimento la parte civile è rappresentata dall’avvocato Luigi Leonardo Covella.

Per fatti analoghi, Ruggiero, che ha sempre respinto ogni accusa, è già stato condannato a sei mesi di reclusione dalla Corte di Appello di Lecce (in primo grado fu condannato ad un anno) per concorso in tentata violenza privata per fatti dell’ottobre 2015. Su questa vicenda pende ricorso per Cassazione. L’indagine in questo caso riguarda presunte pressioni fatte da due pm tranesi (l’altro è il pm ora in servizio a Bari Alessandro Pesce, condannato in appello a 4 mesi) su tre testimoni di un’inchiesta, per costringerli ad ammettere di essere al corrente del pagamento di tangenti all’ex comandante della polizia municipale di Trani, Antonio Modugno, nella fornitura di photored.

«Riteniamo totalmente infondate le accuse e siamo certi di poter ottenere giustizia all’esito del dibattimento», afferma in una dichiarazione Ruggiero.

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