Ex Statale 98, il progetto rimasto nel cassetto: avrebbe dovuto mettere in sicurezza la strada

Ammodernamento della strada provinciale 231. Tante volte abbiamo sentito parlare di queste intenzioni e di mettere mano a una delle più importanti e strategiche arterie dell’hinterland barese. E adesso, dopo la strage del 25 aprile, nella quale sono morti quattro giovanissimi ragazzi bitontini e l’arrivo dell’autovelox dal 1° maggio, la questione sicurezza è tornata prorompente. Perché non si è mai provveduto a mettere concretamente mano alla ex strada statale ‘98, che ha poche complanari, risulta pericolosissima per la presenza di accessi privati e anche per questo ha un tratto – cinque, sei chilometri – senza spartitraffico? E non è un caso che la scia di sangue, in particolare in quella parte, tra Modugno e Bitonto è lunghissima.

Qualcuno, però, negli anni, ha tentato (almeno a parole e progetti messi nero su bianco) di cambiare qualcosa. Sin dai primi anni ‘90, infatti, l’Associazione nazionale autonoma strade statali (Anas), si era posto il problema di risolvere l’anomalia dell’ultimo tratto dell’ex statale 98 con l’eliminazione dei punti neri più significativi e con il completamento dell’allargamento della carreggiata tra Bitonto nord alla confluenza della ss96 nei pressi di Modugno.

Qualche anno dopo, nei primissimi anni 2000, l’allora provincia di Bari trova 4,5 milioni di euro per ammodernarla dal chilometro 7+200 al 8+160 (poco distante dunque dal luogo dell’impatto mortale del 25 aprile), di cui oltre 3milioni e 800mila euro provenienti dai Fondi Fas 2000-2006 e nel 2016 la Regione Puglia mette a punto persino un progetto di fattibilità.

Ma nulla è stato fatto. «Ho più volte sollecitato – ricorda il consigliere comunale di opposizione Francesco Natilla – tanto l’ex sindaco di Bitonto (Michele Abbaticchio, ndr) che il sindaco della Città metropolitana Antonio Decaro, perché dessero seguito a un progetto definitivo di sistemazione e modernizzazione di quel tratto di strada. Solo il prefetto volle convocarci, ma stante la mancanza di competenze in materia, Bellomo non potette che assicurarci di voler chiedere a sua volta al sindaco metropolitano di agire sollecitamente. Non escludo ulteriori significative iniziative al fine di accertare eventuali responsabilità omissive».

Nel frattempo, a fine 2022, da via Spalato, hanno chiesto e ottenuto dalla Regione il trasferimento degli stessi fondi Fas (destinati all’allargamento del tratto della 231 tra il km 1,450 e 6 e al sovrappasso tra la sp89 e Bitonto nord) su altri interventi (tra cui l’adeguamento della stessa strada dal km 11 al 38). «L’installazione di autovelox sulla sp 231 – sottolinea l’ex consigliere bitontino nonché docente e ingegnere Francesco Mundo -, è un insolente e umiliante pannicello caldo. L’ennesimo». Parole importanti le sue, perché ha perso tre familiari in un incidente frontale nella zona del bivio per Modugno. Nel 1982. «Quell’asse viario – spiega -, costruito originariamente quando la maggior parte dei mezzi di trasporto era a trazione animale, deve essere adeguato alla domanda di trasporto che sempre più esprime il territorio circostante e ai volumi di traffico che su di essa quotidianamente vi transitano. Chi pensa di mettere in sicurezza quella strada, ma anche altre, con segnaletica verticale, autovelox (veri o fasulli), semafori, merita solamente biasimo».

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