Il Tribunale di Taranto ha riconosciuto il diritto alla rendita e all’assegno funerario alla vedova di un ex operaio Ilva, deceduto nel 2007 a causa di un carcinoma polmonare causato dall’esposizione all’amianto.
La vedova, assistita dall’Anmil, ha dovuto lottare per oltre 12 anni per ottenere il riconoscimento dei suoi diritti. Nonostante una prima perizia medica avesse escluso il nesso tra la malattia e l’esposizione all’amianto, grazie alla perseveranza della donna e al supporto dell’Anmil, si è proceduto ad una nuova perizia che ha confermato la causa della morte.
Una sentenza storica
Il giudice ha respinto l’eccezione di prescrizione sollevata dall’INAIL, ribadendo un principio fondamentale: il termine per richiedere il risarcimento inizia a decorrere solo dal momento in cui la vittima o i suoi familiari sono a conoscenza del nesso causale tra la malattia e l’esposizione all’amianto.
Questa sentenza rappresenta una vittoria importante per tutte le vittime dell’amianto e le loro famiglie. Dimostra che la giustizia, anche se tardiva, può essere ottenuta e che i diritti dei lavoratori devono essere sempre tutelati.