Ex Ilva, la denuncia dell’Usb: aria condizionata nello stabilimento

Aria condizionata spenta nello stabilimento siderurgico di Taranto ex Ilva. Lo denuncia l’Unione sindacale di Base (Usb) che in una nota accusa l’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli di aver «dato disposizione di spegnere gli impianti di condizionamento in tutte le palazzine della fabbrica, tranne che in quelle degli impianti di produzione (pochissimi quelli ancora in marcia)». Nessuna replica è giunta dall’azienda.

Secondo il coordinatore provinciale Franco Rizzo, «così i lavoratori devono scegliere tra respirare polveri inquinanti o soffrire il caldo».

L’ordine sarebbe partito ieri mattina attraverso una mail inviata dalla direzione aziendale al responsabile degli impianti di refrigeramento. L’azienda, secondo quanto ricostruito dai delegati di fabbrica, non avrebbe dato spiegazioni circa l’indicazione fornita.

Probabilmente le motivazioni alla base dello spegnimento sono la necessità di ridurre i costi dell’energia elettrica e l’abbassamento delle temperature degli ultimi giorni.

Usb critica fortemente questa decisione e sta valutando la possibilità di organizzare già dalla prossima settimana iniziative di mobilitazione. «Decisioni prese nella totale indifferenza nei confronti di tutti coloro che sono comunque presenti all’interno degli edifici, il cosiddetto personale di presidio. Al problema del mancato cambio dei filtri dei condizionatori, oggi si sostituisce quello dello spegnimento degli impianti di condizionamento dell’aria. I lavoratori quindi o aprono le finestre e respirano le polveri inquinanti o le tengono chiuse ma soffrono il caldo, in ambienti nei quali certamente le temperature superano i limiti raggiunti in altri luoghi. Di fronte all’ennesimo inaccettabile comportamento che dà chiaramente l’idea di quanto poco sia importante per questa gestione la salute e il rispetto delle buone condizioni di lavoro dei dipendenti, l’Usb chiede l’immediato allontanamento dell’attuale management e sottolinea ancora una volta la necessità che eventuali misure destinate all’acciaieria, passino attraverso la tutela definitiva dei lavoratori, nessuno escluso».

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