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Evasione del boss Raduano dal carcere di Nuoro, aperte due inchieste da Procura e Ministero

Dopo l’evasione di Marco Raduano, boss 40enne della mafia di Vieste, dal carcere “Badu ‘e Carros” di Nuoro, sono state aperte due inchieste: una della locale Procura della Repubblica, l’altra interna al ministero della Giustizia. Già ieri il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, attraverso la direzione generale detenuti e trattamento, ha dato mandato al Provveditore regionale della…

Dopo l’evasione di Marco Raduano, boss 40enne della mafia di Vieste, dal carcere “Badu ‘e Carros” di Nuoro, sono state aperte due inchieste: una della locale Procura della Repubblica, l’altra interna al ministero della Giustizia.

Già ieri il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, attraverso la direzione generale detenuti e trattamento, ha dato mandato al Provveditore regionale della Sardegna di svolgere con urgenza accertamenti e verifiche, «al fine di appurare cause, circostanze e modalità dell’accaduto». Un caso diventato anche politico, a seguito di diverse interrogazioni già presentate al Governo e, in particolare, ai ministri della Giustizia e dell’Interno, Nordio e Piantedosi.

Il sindacato Osapp, però, chiede di evitare l’individuazione di capri espiatori e sottolinea, ancora una volta, la carenza di agenti della polizia penitenziaria. «A Nuoro mancano circa 50 agenti penitenziari. Nell’Alta sicurezza – spiega Giovanni Canteddu dell’Osapp – c’è solo un collega che magari pagherà per le negligenze dell’amministrazione penitenziaria che non ha mai potenziato l’organico nonostante le richieste e questo non è giusto. Il collega in servizio quel giorno è già stato sentito così come tutti gli altri in servizio quel giorno – ha proseguito Conteddu -. Di certo Raduano ha avuto tutto il tempo di organizzare la fuga: ha nascosto le lenzuola che gli hanno fatto da scala, ha studiato gli orari interni al reparto e avrà costruito un ponte esterno che gli ha coperto la fuga».

La Uilpa Polizia penitenziaria, attraverso il suo segretario Gennarino De Fazio, sottolinea che «non basta la videosorveglianza se non supportata da intelligenza artificiale e, soprattutto, se nessuno può badare ai monitor o deve controllarne decine mentre si occupa di innumerevoli altre incombenze». Per il sindacalista «servono software d’intelligenza artificiale in grado di allertare gli operatori ove si verifichino azioni anomale, ma soprattutto urge potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di 18mila unità. Da quanto sappiamo, al momento dell’evasione la sala operativa del carcere nuorese non era presidiata per mancanza di personale», conclude De Fazio.

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