Estorsioni a imprenditori a Lecce: arrestato un dipendente “infedele”, coinvolto anche un commercialista

Una persona in carcere, una ai domiciliari e una sospensione dell’attività della libera professione sono state eseguite, questa mattina, dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Lecce nell’ambito di un’indagine su estorsione, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e utilizzo indebito di strumenti di pagamento diversi dai contanti.

L’indagine, avviata nel gennaio 2023, ha avuto origine dalla denuncia presentata da un imprenditore, sottoposto ad una serie di presunti atti intimidatori da parte di un proprio dipendente, aiutato da un amico pregiudicato, entrambi vicini al clan Coluccia.

In un caso, i due si sarebbero avvalsi della complicità di un commercialista, tenutario delle scritture contabili della stessa società della vittima. Il professionista, infatti, sposando appieno il presunto disegno delittuoso, avrebbe avuto il compito di fornire aiuto al dipendente infedele nel convincere la vittima a cedere alle richieste estorsive di quest’ultimo, nel dare avvio ad una nuova società, costituitasi tra il dipendente e i suoi due figli, nonché nel dare giustificazione in contabilità alle “apprensioni” di denaro volte a soddisfare di volta in volta le richieste estorsive.

Nel corso delle indagini, sarebbero state ricostruite consegne di denaro per circa 18mila euro e utilizzi indebiti con la carta di credito aziendale per ulteriori 7.500 euro in danno dello stesso imprenditore, operante nel settore nautico, nonché un’ulteriore presunta estorsione in danno di altro imprenditore salentino, costretto a pagare 3mila euro, e due tentativi di estorsione in danno di privati con pregressi debiti da onorare.

Le persone indagate avrebbero agito avvalendosi della forza di intimidazione derivante dalla nota appartenenza o vicinanza alla Sacra corona unita e in particolare al clan Coluccia.

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