Erchie, chiesto il rinvio a giudizio per l’ex sindaco Pasquale Nicolì e altre sette persone

Otto persone rischiano di finire a processo nell’ambito dell’inchiesta che il 9 gennaio scorso ha portato all’arresto dell’ex sindaco di Erchie, Pasquale Nicolì, con l’accusa di concussione e abuso d’ufficio. La Procura di Brindisi ha chiesto il rinvio a giudizio per gli indagati.

L’udienza preliminare è fissata per il 16 aprile. Le indagini riguardano presunti illeciti amministrativi compiuti durante il mandato di Nicolì, iniziato nel settembre del 2020. Nelle scorse settimane il comune di Erchie è stato commissariato. Dopo l’iniziale arresto, invece, Nicolì è tornato in libertà due giorni fa.

L’ex sindaco, in concorso con l’ex assessora Pamela Melechì, è accusato di abuso d’ufficio in quanto, si legge negli atti, avrebbe cercato di arrecare “un danno ingiusto” ad una cooperativa modificando i termini di un contratto di locazione di un immobile comunale, che era stato assegnato alla stessa cooperativa dal sindaco in carica prima dell’elezione di Nicolì.

I due, sostiene l’accusa, avrebbero fatto pressioni nei confronti della responsabile dei servizi sociali per modificare il contratto “affinché si arrecasse intenzionalmente un danno alla cooperativa”.

Tra gli imputati, ci sono anche il sociologo Leonardo Palmisano accusato di concussione in concorso con Melechì. La Procura sostiene che Palmisano “istigatore come ‘concorrente anomalo’ in qualità d’incaricato di pubblico servizio in quanto legale rappresentante della ‘Radici future’, concessionaria di un pubblico servizio”, e Pamela Melechì “abusando delle proprie qualità e dei propri poteri” costringevano una dipendente del Comune “a dare indebitamente alla cooperativa ‘Radici Future’ ed alla libreria ‘Kublai’, utilità consistite dal profitto derivante dall’acquisto di libri editi dalla casa editrice della stessa cooperativa”.

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