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Ennesimo rinvio per il processo Tap: prossima udienza il 12 dicembre

Ancora un rinvio, l’ennesimo, per il processo sui presunti illeciti commessi nella realizzazione del Gasdotto Tap con approdo a San Foca di Melendugno. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Lecce, con il Pubblico ministero, Alessandro Prontera, ha portato al banco degli imputati 19 figure, compresa la Trans Adriatic Pipeline, rappresentata da Michele Mario Elia, di 73…

Ancora un rinvio, l’ennesimo, per il processo sui presunti illeciti commessi nella realizzazione del Gasdotto Tap con approdo a San Foca di Melendugno.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Lecce, con il Pubblico ministero, Alessandro Prontera, ha portato al banco degli imputati 19 figure, compresa la Trans Adriatic Pipeline, rappresentata da Michele Mario Elia, di 73 anni, Country manager, Gabriele Paolo Lanza, di 56 anni, Project manager e Marco Paoluzzi, di 46 anni, direttore dei lavori. Le altre 15 persone sono imprese legate ai lavori eseguiti per la realizzazione dell’opera.

Ieri mattina il ritorno in aula con un nuovo stop e il rinvio al 12 dicembre, a causa di un difetto di notifica dell’anticipazione dell’udienza. Il giudice monocratico Maria Francesca Mariano, in apertura del processo, ha rilevato come il provvedimento con cui era stata anticipata al 10 novembre l’udienza inizialmente programmata per il 9 febbraio 2023 non era stato notificato a tutti gli imputati, ma solo ai difensori.

Il giudice Mariano, dopo le richieste degli avvocati e dopo essersi ritirata in camera di Consiglio, ha dovuto prendere atto di quanto chiesto dai collegi difensivi rimandando l’udienza. Prima di sciogliere la seduta ha comunicato un calendario che, ha detto, sarà tassativo e non prevederà più alcun rinvio.

La prossima udienza si svolgerà presso l’aula bunker della casa circondariale “Borgo San Nicola” di Lecce. L’ultima udienza valida risale ad aprile 2021. Un processo nato già turbolento e che si cerca ora di portarlo avanti senza più imprevisti. In origine a capo vi era la giudice Silvia Saracino, poi entrata in maternità, le carte finirono così nelle mani di Pietro Errede. Ma nell’udienza del 27 ottobre si ufficializzò un ulteriore cambio di guardia con l’ingresso di un nuovo giudice, poiché Errede venne trasferito presso il Tribunale di Bologna, ma soprattutto perché si è posta la questione della sua incompatibilità, poiché lo studio legale Laforgia che assiste uno degli imputati difende anche Errede in un altro procedimento penale che lo vede indagato per corruzione e turbata liberà degli incarichi.

Il processo deve ancora entrare nella fase dibattimentale e gli imputati saranno chiamati a difendersi da presunti illeciti di tipo ambientale, idrogeologico, paesaggistico ed edilizio che sarebbero stati commessi durante la realizzazione dell’opera.

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