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Due storie dal mare del Salento, ma con destini diversi: una tartaruga salvata e un delfino spiaggiato

Due storie dal Salento. Entrambe arrivano dal mare, ma non sono accomunate dallo stesso lieto fine. Una piccola tartaruga è stata salvata a Torre dell’Orso, marina di Melendugno, mentre non c’è stato nulla da fare per un delfino spiaggiato sul litorale di Torre Specchia, marina di Melendugno e Vernole. La tartaruga, della specie Caretta caretta,…

Due storie dal Salento. Entrambe arrivano dal mare, ma non sono accomunate dallo stesso lieto fine.

Una piccola tartaruga è stata salvata a Torre dell’Orso, marina di Melendugno, mentre non c’è stato nulla da fare per un delfino spiaggiato sul litorale di Torre Specchia, marina di Melendugno e Vernole.

La tartaruga, della specie Caretta caretta, era infilzata da un amo legato ad un tavolino di plastica galleggiante quando è stata avvistata da un gruppo di amici che si sono tuffati nell’acqua gelida per salvarla. Orrore, crudeltà ma anche tanto coraggio in questa scena assurda e incredibile. Erano circa le 12 di ieri quando i giovani hanno notato il tavolino di plastica che era diretto verso la riva e hanno pensato bene di raccoglierlo per gettarlo nella spazzatura. «Un gesto normale che dovrebbero fare tutti, così come tutti sanno che i rifiuti non si gettano nell’ambiente, ma vanno differenziati correttamente. Ma qualcuno continua a far finta di nulla. Il gesto ci stupisce perché siamo abituati a girare la testa da un’altra parte per poi indignarci sui social o al bar, ma quasi sempre senza far nulla. Invece i ragazzi hanno fatto una cosa che in pochi avrebbero fatto», commenta Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei diritti.

I giovani amici non si aspettavano di trovare la piccola tartaruga con la bocca lacerata e sanguinante a causa dell’amo. L’hanno liberata e le hanno salvato la vita nonostante fosse stremata. Gli esperti confermano che sono tantissime le tartarughe che perdono la vita in mare a causa degli attrezzi da pesca. In questo caso si è trattato di un palangaro. Gli ami possono essere ingoiati finendo nello stomaco, la lenza provoca occlusione, anoressia e gravi lacerazioni dell’intestino. Le lenze, poi, possono anche aggrovigliarsi attorno al capo o alle pinne provocando lo strangolamento o l’amputazione dell’arto fino a causare la morte dell’esemplare. Nel caso di ritrovamenti di tartarughe in difficolta o di altre situazioni simili, basta chiamare subito il numero 1530 per chiedere l’intervento della capitaneria di porto.

«Ora la Caretta caretta avrà modo di riprendersi e starà al sicuro con noi fin quando non sarà pronta a tornare nel mare. Invitiamo chiunque avvisti animali selvatici in difficoltà a chiamarci. Un gesto che dura un secondo fa la differenza tra la vita e la morte», sottolinea D’Agata. La piccola tartaruga continuerà a vivere, quindi.

Destino avverso, invece, per il delfino trovato senza vita sulla spiaggia di Torre Specchia dal noto ambientalista Massimo Notarnicola. Saranno le analisi dell’istituto zooprofilattico di Campi Salentina a fare chiarezza sulle cause della sua morte.

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