Ha fatto scalpore la notizia, diffusa ieri da alcuni quotidiani, in riferimento al “regolamento” dell’Osteria del Tempo Perso di Ostuni che imporrebbe ai suoi clienti di consumare il proprio pasto in massimo due ore e vieterebbe l’ingresso nel locale a cani e bambini.
La replica dei gestori non si è fatta attendere: «È facile parlare e puntare il dito ma siamo sempre pronti a giudicare quando si tratta di affidare le parole a una sterile tastiera. Quarant’anni di onorato lavoro la dicono lunga», scrivono in una nota spiegando che il “decalogo” delle regole per le prenotazioni «è scaturito da alcuni episodi che si sono verificati (e non una volta)».
In una circostanza, spiegano i gestori, «dopo aver preso delle prenotazioni ci siamo ritrovati ad accogliere nel ristorante tre cani di grossa taglia. Chi conosce il nostro ristorante, sa che abbiamo delle sale piccole che accolgono pochi ospiti. I tre tavoli in questione hanno chiesto le tre ciotole d’acqua per cani. Fin qui può andare bene, ma i due cani maschi hanno iniziato ad abbaiare (come facevamo a sapere che erano maschi? Abbiamo avuto dei cani). In tutto questo marasma una coppia con un bambino ha dovuto lasciare il ristorante perché avevano paura. Per non parlare di chi è allergico al pelo del cane e dobbiamo cercare di accontentare tutti».
Per quanto riguarda la questione relativa ai bambini, aggiungono, «ci sono prenotazioni di cui non conosciamo i componenti e ci ritroviamo con le sale con più passeggini. Iniziano i pianti o quello che volete (tipo un cambio pannolino sul tavolo». Le portate: «Non possiamo lavorare con tavoli di quattro persone che prendono due pietanze da dividere, più una bottiglia d’acqua e tenere occupato il posto per tutta la serata».
Il tempo per poter consumare il pasto «è stabilito in 2 ore, ma vi assicuro che è stato solo scritto (e forse abbiamo sbagliato). Le ordinazioni e la consumazione tra una portata e l’altra a volte ha sfiorato le quattro ore e quando queste combaciano con la chiusura della cucina e l’orario di lavoro del cameriere, vi assicuro che non è facile. I nostri collaboratori hanno degli orari non sono schiavi».
Infine le prenotazioni: capita, dicono i gestori, che ci sia chi stabilisce un orario e poi si presenta con molto ritardo, «quando ci va bene, altrimenti non vengono proprio (ci sono ristoranti che pretendono il numero della carta di credito da cui viene prelevata la percentuale nel caso in cui i clienti dovessero dileguarsi)», concludono i gestori dell’Osteria del Tempo Perso.