«Al di là degli aspetti moralistici, mi domando se accettare supinamente che esista il traffico, lo spaccio, il consumo di sostanze stupefacenti sia una scelta socialmente ed economicamente vantaggiosa nell’interesse della collettività. Io spero che si inizino a fare riflessioni serie». Lo ha detto il procuratore aggiunto di Bari, coordinatore della Dda, Francesco Giannella, facendo una riflessione all’esito dell’inchiesta della guardia di finanza che ha portato oggi all’arresto di 12 persone, molti giovani insospettabili pusher.
Rispondendo in conferenza stampa alle domande dei cronisti sulla legalizzazione di certe droghe come possibile strategia, Giannella ha spiegato: «Può essere una decisione, l’importante è che ci rendiamo conto che non è un fatto che non ci riguarda. Continuare a pensare che l’uso di droga sia un fatto che non riguarda chi non ne fa uso è un errore clamoroso e autolesionistico».
«Noi continuiamo a lavorare molto su questo fronte – ha continuato -, ma certe volte ci domandiamo se davvero c’è consenso attorno a questo impegno delle forze dell’ordine e della magistratura, quanta voglia si ha di combattere il fenomeno del traffico e dello spaccio di droga. Mi chiedo se c’è consapevolezza della devastazione sociale che l’uso indiscriminato delle droghe comporta, specialmente nelle giovani generazioni e del disastro economico, sul piano dell’assorbimento di risorse enorme che sono destinate quasi tutte all’estero, perché in Italia non si produce droga tranne rarissimi casi di piccole coltivazioni e quindi c’è una enorme quantità di capitali che ogni anno viene illecitamente esportata».