«La vicenda non è come è stata raccontata dal professore. C’è ben altro. Lui ha avuto atteggiamenti non corretti». Lo ha dichiarato all’agenzia di stampa Ansa, Paola Petruzzella, preside dell’istituto “Majorana” di Bari, nel quartiere San Paolo, intervenendo sulla presunta aggressione in aula denunciata da un docente di diritto ed economia.
«Ci sono ancora indagini in corso, per cui non posso essere dettagliata. Io ho comunque approfondito la vicenda – ha aggiunto – ascoltando le alunne. Quello che lui ha dichiarato non corrisponde al vero. Per niente. Lui ha avuto dei comportamenti che non sono consoni ad un docente. Questo è quello che emerge dalle mie indagini e poi tra l’altro – afferma la dirigente – i genitori della ragazza hanno fatto una denuncia ai carabinieri dove hanno fatto altre dichiarazioni. Da parte nostra c’è la massima collaborazione con le forze dell’ordine».
Il docente, come confermato dalla dirigente scolastica, dopo la presunta aggressione, avvenuta il 23 settembre scorso, non è ancora rientrato a scuola.
«Da quello che ho saputo, parlando direttamente con la dirigente, le cose sono andate in maniera molto diversa da quello che si legge sulla stampa. In realtà vi sono comportamenti dell’insegnante estremamente censurabili», aggiunge Roberto Romito, presidente dell’Associazione nazionale nazionale presidi della Puglia.
Romito spiega che «la dirigente sta valutando provvedimenti nei confronti del docente. Fermo restando che ovviamente l’episodio in sé è da condannare fermamente perché non è pensabile che, anche se ci sia stata una provocazione, amici e parenti di una ragazza possano entrare con la forza e con la violenza nella scuola e fare quello che è successo». Romito ha parlato con l’agenzia AdnKronos.
L’insegnante ha raccontato di essere stato picchiato da due persone entrate con la forza e la violenza nella scuola e salite al primo piano dell’edificio. Un’aggressione che, secondo quanto riportato dal Corriere del Mezzogiorno oggi in edicola, sarebbe da ricondurre a una nota a carico di una studentessa. «Un gesto violento ma le cose hanno un substrato pregresso che è in corso di accertamento», continua Romito.
Sorprende che siano potuti salire così impunemente. «Hanno spintonato, così mi ha detto la dirigente, il personale che era in vigilanza dell’entrata», prosegue. «Naturalmente la scuola non è una caserma, il personale non è armato. Per cui se viene un energumeno e purtroppo si sono presentate persone che avevano queste caratteristiche fisiche, ci si può far poco», spiega Romito.
«Il personale non fa la lotta greco-romana. Tenere le porte chiuse non è possibile: non si può farlo perché si tratta di un edificio pubblico ed è contrario a qualsiasi logica ed etica. E a maggior ragione non si può farlo per i noti motivi legati alla sicurezza. Cose del genere – afferma – non dovrebbero succedere e i responsabili vanno perseguiti fermo restando che a monte c’è una provocazione dovuta a comportamenti del docente non meglio identificati allo stato che saranno oggetto di procedimenti separati rispetto a questo».
Non è chiaro se l’aggressione sia avvenuta per i corridoi o in qualche classe. La vittima, 57 anni, in ogni caso ha presentato denuncia alle forze dell’ordine. «A sua volta so che il docente è oggetto di denunce a suo carico non so bene da parte di chi», aggiunge. «È una vicenda complessa che naturalmente emerge nell’aspetto finale ma purtroppo dietro c’è qualche altra cosa».
Rispondendo a una domanda su quale sia il livello e la diffusione di episodi di violenza simili e di tensioni nel mondo della scuola della regione dice: «Non mi pare che ci siano problemi generalizzati nelle scuole pugliesi. Certo ci sono scuole che magari insistono su territori che come sappiamo sono ad alto rischio per quel che riguarda i comportamenti sociali, quindi è possibile che si creino problemi di questo genere. Le cronache ce lo insegnano si tratta di episodi e di fatti che non si possono inserire in un filone e di un trend che preoccupa».