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Docente aggredito al Majorana: ascolto protetto per le alunne che lo accusano

Assistite dalla presenza di psicologhe specializzate, le alunne della prima dell’istituto Majorana stanno raccontando le loro giornate in classe, quando c’è il professor Vincenzo Amorese. L’ascolto protetto delle studentesse è necessario all’autorità giudiziaria per dare o meno fondamento alle dichiarazioni della ragazzina il cui padre, pluripregiudicato del quartiere San Pio, a fine settembre ha picchiato…

Assistite dalla presenza di psicologhe specializzate, le alunne della prima dell’istituto Majorana stanno raccontando le loro giornate in classe, quando c’è il professor Vincenzo Amorese. L’ascolto protetto delle studentesse è necessario all’autorità giudiziaria per dare o meno fondamento alle dichiarazioni della ragazzina il cui padre, pluripregiudicato del quartiere San Pio, a fine settembre ha picchiato il docente che “si era permesso” di mettere una nota a sua figlia, entrata in ritardo. Amorese aveva anche spiegato che, una volta arrivata in classe, le aveva risposto male, aizzando anche le compagne di classe contro di lui. Un atteggiamento che, secondo il professore, andava sanzionato con la nota sul registro. Diversa la versione della ragazzina che, dopo aver chiamato suo padre (poi piombato a scuola in compagnia di un altro giovane), aveva raccontato a tutti dell’abitudine di Amorese di guardare le loro “parti basse” e, nello stesso tempo, di “toccarsi le parti intime”. Accuse pesanti, sostenute dalle sue amiche, ma che non hanno trovato riscontro nella testimonianza di altri docenti, incluso quelli di sostegno. Gli investigatori della Squadra mobile, diretti dal dirigente Filippo Portoghese e coordinati dal sostituto procuratore Gaetano De Bari, dopo aver concluso le indagini sull’aggressione ai danni del professor Amorese, hanno preso altro tempo per verificare la fondatezza delle accuse delle studentesse. E, dopo aver ascoltato anche la preside Paola Petruzzelli, su alcune segnalazioni arrivate da genitori, l’approfondimento d’indagine si concentra soprattutto sull’ascolto delle studentesse. La presenza delle psicologhe specializzate serviranno sia a mettere le ragazze a loro agio, sia a scremare dalla verità le eventuali macchinazioni nel racconto.

Intanto, l’avvocato Pino Giulitto, difensore del padre della ragazza, 34enne barese del clan Strisciuglio, ha chiesto la possibilità di lasciare gli arresti domiciliari per andare al lavoro in una impresa di pulizie, ma sulla istanza il pubblico ministero ha già espresso parere negativo. La parola, in proposito, passa ora al giudice che dovrà decidere in merito.

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