Sta dando i suoi primi frutti la stretta dell’amministrazione comunale sul contrasto al fenomeno delle discariche abusive sul territorio. Attraverso l’ausilio delle foto trappole dal mese di marzo di quest’anno sono state elevate da parte della polizia locale di Bari 745 sanzioni. Gli importi medi per chi abbandona rifiuti illecitamente vanno da 300 a 3000 euro. Il sistema è stato implementato proprio negli ultimi mesi dopo che si sono moltiplicate le segnalazioni di discariche abusive da parte dei cittadini e di alcune associazioni ambientaliste. La gestione delle foto trappole è nella esclusiva disponibilità della polizia locale che individua le posizioni in cui installarle anche in base alle indicazioni della ripartizione ambiente del Comune. Dopo aver visionato i filmati la polizia procede alle indagini necessarie per risalire all’identità del o dei trasgressori e, in caso di accertamento dell’illecito amministrativo, provvede ad elevare le contravvenzioni corrispondenti.
«Le foto trappole vengono spostate continuamente dopo un certo numero di giorni e trasferite in altre postazioni per consentire un monitoraggio il più ampio possibile del territorio – spiega l’assessore all’ambiente Pietro Petruzzelli – Alcune delle zone monitorate sono ad esempio le campagne di Santo Spirito e Palese e in strada San Giorgio martire. Le abbiamo utilizzate anche nelle strade periferiche di Carbonara e Ceglie del Campo per provare a contrastare il fenomeno dell’accensione illegale di roghi, e nella periferia di Japigia. Aree in cui si riesce a sanzionare meglio i trasgressori tramite la lettura della targa delle automobili».
La misura adottata dall’amministrazione si sta dunque rivelando efficace e che permette di sanzionare un gran numero di illeciti. «Le sanzioni che abbiamo applicato fino a questo momento sono quelle relative per ora ai mesi di aprile e maggio per i tempi tecnici necessari alla verifica degli illeciti da parte delle forze dell’ordine – continua Petruzzelli – Spesso il lavoro delle autorità passa sotto traccia perché il garante della privacy ci impedisce di pubblicare le immagini dei trasgressori anche mantenendone il volto coperto. Ma posso assicurare che è uno strumento molto utile che sta dando i suoi frutti per contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti sul territorio».