Disastro ferroviario sulla Andria-Corato, la difesa di Ferrotramviaria respinge le accuse: «Era garantita l’efficienza aziendale»

Gli avvocati Michele Laforgia e Tullio Bertolino hanno respinto le accuse e le omissioni contestate a Ferrotramviaria nell’udienza che si è svolta oggi a Trani nell’ambito del processo sul disastro ferroviario del 12 luglio 2016.

L’incidente provocò la morte di 23 persone e il ferimento di altre 51 a causa dello scontro tra due treni sulla tratta a binario unico Andria-Corato.

Alla sbarra ci sono 18 imputati: 17 persone fisiche e la società Ferrotramviaria.

Per i difensori i vertici societari non hanno commesso i reati di omicidio e lesioni colpose come contesta il pm Marcello Catalano che ha chiesto fino a 12 anni di reclusione.

Per i due avvocati «non c’è stata violazione delle norme sulla tutela e sicurezza nel lavoro».

La società, hanno sostenuto i legali, «era dotata di un modello organizzativo e gestionale valido ed efficace e aveva ottenuto, prima dell’incidente, anche una certificazione europea Ohsas 18001 che garantiva l’efficienza di tutta l’organizzazione aziendale».

Nell’arringa, Laforgia e Bertolino hanno spiegato che «ricorrevano tutti i requisiti per ritenere che la società non possa essere punita per il reato commesso da altri». La prossima udienza è stata fissata il prossimo 15 giugno quando sono previste le repliche dell’accusa e forse anche la sentenza.

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