È proseguito questa mattina, nell’aula bunker del carcere di Trani, il processo per il disastro ferroviario del 12 luglio 2016, avvenuto lungo la tratta della Bari nord, gestita da Ferrotramviaria, fra Andria e Corato.
In quell’incidente restarono uccise 23 persone, e 51 furono i feriti.
Gli imputati, per i quali l’accusa ha già chiesto 15 condanne a pene comprese fra i 12 anni e i 6 anni di reclusione, più una assoluzione, sono accusati a vario titolo di disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e falso.
Nella requisitoria del 27 ottobre scorso, l’accusa ha chiesto anche per Ferrotramviaria la sanzione amministrativa di 1,1 milioni, oltre alla revoca delle autorizzazioni, licenze e concessioni per l’esercizio dell’attività (fra cui il certificato per la sicurezza) per un anno e anche la confisca di 664.000 euro, somma che, secondo l’accusa, la società avrebbe dovuto investire per mettere in sicurezza la tratta con la realizzazione e l’uso del blocco conta assi.
Oggi le parti civili, tra cui Regione Puglia, i comuni di Andria, Corato e Ruvo di Puglia, associazioni di consumatori, fra cui Codacons, Confconsumatori e Acu (Associazione Consumatori Utenti), Anmil, Gepa, e alcuni familiari delle vittime, hanno depositato le loro note e memorie. In alcuni casi sono anche state discusse.
La prossima udienza è fissata per il 24 novembre prossimo e toccherà alle difese dei responsabili civili, ministero delle Infrastrutture, Ferrotramviaria e Regione Puglia.