Disabili condannati per avere “occupato” la sede della Regione Puglia: faranno ricorso

Hanno presentato opposizione e sono disposti eventualmente «ad arrivare fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo» i disabili destinatari di un decreto penale di condanna emesso dal Tribunale di Bari per avere partecipato nel luglio 2021 ad una manifestazione dinanzi alla sede della Regione Puglia durante la quale, secondo l’accusa, hanno prima occupato e interrotto il traffico sul Lungomare e poi occupato un’aula dell’edificio per quattro giorni.

Ad annunciarlo è l’avvocato Giuseppe Piacentino, che difende uno degli otto disabili condannati (con pena sospesa) per interruzione di pubblico servizio e invasione di edifici a quattro mesi di reclusione o al pagamento di una multa da 9.425 euro.

I disabili hanno presentato opposizione e chiesto di andare a giudizio dibattimentale. «Se dovessimo perdere in tutti e tre i gradi di giudizio – spiega il legale – ci rivolgeremo alla Corte».

Nel provvedimento emesso dal gip Angelo Salerno emerge che gli otto disabili, in concorso fra loro, in occasione della manifestazione “Stop barriere” avrebbero occupato la sede stradale del Lungomare dinanzi al palazzo della Regione «ininterrottamente dalle 10 alle 14:40 del 13 luglio» causando un «blocco stradale». Il gip scrive anche che le stesse otto persone, dopo essere entrate nella sala De Jesu al primo piano della presidenza della Regione hanno occupato «ininterrottamente e abusivamente l’edificio pubblico» dal 13 al 16 luglio 2021.

«Sono convinto che dimostreremo l’innocenza di queste persone – dice Piacentino -. Quanto all’accusa di interruzione di pubblico servizio, rigettiamo questa tesi perché il traffico non fu bloccato ma solo deviato. Quanto a quella di aver occupato illecitamente l’edificio, gli otto disabili erano stati autorizzati a entrare da un dirigente. Il reato esiste solo in caso di irruzione, non in caso di occupazione in seguito a un ingresso autorizzato».

Il processo potrebbe iniziare non prima di tre mesi. «Indicherò come testimoni il governatore Emiliano, l’assessore Barone e due dirigenti», prosegue l’avvocato che precisa: «fra gli otto disabili due, fra i quali il mio assistito, sono membri della Commissione internazionale dei diritti umani».

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