Depositata in Parlamento la relazione Dia sulla mafia: «Clan foggiani i più pericolosi in Puglia»

Tra le organizzazioni malavitose pugliesi «le cosiddette mafie foggiane, particolarmente violente e pervasive, sono quelle oggi definite, da diverse ed autorevoli fonti istituzionali, quale l’espressione più pericolosa delle mafie pugliesi». Lo si legge nella relazione della Direzione investigativa antimafia, depositata in Parlamento, sulla propria attività di indagine e sui risultati conseguiti relativi al secondo semestre del 2021.

«Al dinamismo che contraddistingue lo scenario criminale della provincia di Foggia, in particolare quello relativo all’Alto Tavoliere e al Gargano – continua la relazione – si contrappone il contingente momento di difficoltà del fenomeno mafioso in Capitanata dove i risultati della pressante attività investigativa e delle relative risultanze processuali hanno conseguentemente indebolito gli organici delle tre batterie in cui si articola la società foggiana. Non è escluso, tuttavia, che tale stato possa facilitare un processo di aggregazione che troverebbe nella creazione di un organismo comune di vertice, anche di tipo collegiale, il suo massimo compimento. È noto infatti come le formazioni mafiose operanti nel territorio di Foggia e provincia riproducendo i canoni d’impostazione strutturale della ‘ndrangheta – sottolinea la Dia – siano capaci di stabilire interconnessioni al loro interno mediante l’adozione di modelli tendenzialmente federali cogliendo e sfruttando le nuove ed innovative sfide della globalizzazione».

«La gestione di dinamiche e affari sempre più vasti, diversificati e complessi ha portato infatti la criminalità organizzata foggiana ad orientarsi sempre più verso uno schema consortile che nel perseguimento degli illeciti obiettivi mette insieme le diverse articolazioni pur lasciando loro una significativa autonomia».

Per tutti questi motivi secondo la relazione della Dia occorre contrastare queste organizzazioni «non solo nel modo tradizionale ma anche tramite iniziative di antimafia sociale volte ad isolare ulteriormente le compagini criminali, privandole del consenso socio-ambientale su cui fondano la propria sopravvivenza, nonché tese a promuovere contestualmente la “cultura antimafia” nelle diverse componenti sociali specie giovanili. In tale prospettiva nel semestre in esame la città di Foggia è stata al centro di iniziative ricomprese in un ampio programma di antimafia sociale, con il ruolo fondamentale rivestito dall’Università di Foggia, che hanno visto la loro più alta espressione nell’inaugurazione dell’Anno Accademico avvenuta il 25 ottobre 2021 a cui ha partecipato il Presidente della Repubblica».

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